SANPRECARIO VOLLEY 2
VOLLEY COLOMBO 3
23.11.2017
Mai
come questa settimana abbiamo avuto voglia di giocare la partita: martedì
l’atteso esordio in Coppa Veneto è saltato per i soliti malanni delle palestre
del Cornaro e del Gramsci, inoltre c’è da dimenticarsi in fretta del secco 3-0
che ci ha rifilato la capolista KK nell’ultimo turno di campionato. L’ok per
l’agibilità del Cornaro ci arriva giusto giusto qualche ora prima della partita,
per cui belli e baldanzosi possiamo preparare mente, corpo e terzo tempo!
Oggi
ci presentiamo con Capitan Franci, Valeria, Fede Baldan, Babi,
Teresa, Silvia, Michele Boscagli, il sottoscritto, Dario,
Matteo, D’Ettorre, Efrem, Pasquale ed Enrico.
Riscaldamento,
riconoscimento con il puntiglioso egregio di giornata, stretta di mano con gli
avversari del Colombo e si parte!
Fin
dalle prime battute ci è chiaro che sarà una partita giocata a viso aperto,
siamo in palla e il nostro gioco è abbastanza fluido. Il Colombo da parte sua
tiene botta e risponde ai nostri attacchi, i vantaggi non superano mai i tre
punti. Il set sembra durare un’eternità e in effetti andiamo a giocarcela sul
25 pari. Fortunatamente per noi ci bastano due punti per chiudere il primo set.
1-0 Precario!
Indicazioni
di coach Franci di prassi, riscaldamento veloce e rientriamo smaniosi di
mettere un altro mattoncino in ottica vittoria. Il film è praticamente il
medesimo del set appena passato, le due squadre si affrontano senza remore in
un susseguirsi di botta e risposta. Finisce 25-22 per gli avversari, 1-1 e
siamo da capo. Purtroppo manteniamo una certa fascinazione per le
disattenzioni, ma l’atteggiamento generale è diverso. Ed è qui che mi balena un
pensiero: “Vuoi vedere che abbiamo
imparato a divertirci?!”.
Il
terzo set rientriamo al grido di “Mo’ ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o
nuosrt!”.
Il
Colombo non molla di un centimetro, per quanto cerchiamo di staccarli loro son
sempre la in agguato. I nostri centraloni si adoperano cercando di mettere più
legna possibile in cascina.
Ad
una certa Efrem anticipa il salto per la schiacciata, ma riesce comunque
in caduta a toccare la palla quel tanto che basta per fare punto. Il risultato
estetico non è una bella vista, ma noi che sappiamo passare con disinvoltura
dallo champagne al vinaccio in cartone e il buongiorno lo sentiamo dal ruttino
ce ne sbattiamo altamente il cazzo dell’estetica e portiamo a casa pure il set
per 25-20. 2-1!
Quarto
set decisivo, non ci va di pareggiare e giocarci tutto all’ultimo set, troppe
volte abbiam visto crollare tutto in quei frangenti. E invece, ennesima
pernacchia di un destino beffardo, il Colombo è bravo a sfruttare quei soliti
2-3 errori nostri e ci punisce per 25-22. 2-2 e andiamo alla bella.
Forse
è qui che inconsciamente cominciamo ad accusare il pareggio dopo aver a lungo
accarezzato la prima vittoria. Sia noi che il Colombo abbiamo speso molto in
termini di energie fisiche e mentali, a questo punto la differenza la fanno
solo la cattiveria agonistica e la testa.
Purtroppo
per noi gli avversari ne hanno di più e finisce 15-12. 3-2 e tutti sotto la
doccia.
Nella
vita è importante avere solide basi, certezze sulle quali appoggiarsi nei
momenti di sconforto. Ad esempio, vengo da tre giorni in terra bavarese, dove
tutto è bello, pulito, organizzato, prestabilito, rassicurante e la birra costa
meno dell’acqua. Ripetete con me, “La
birra costa meno dell’acqua”. La popolazione autoctona ogni giorno lascia
sull’uscio di casa le cose che non servono più, a libera disposizione di chi se
le voglia pigliare, ed è così che io e Martina (componente del volley momentaneamente in loco) ci siamo portati a
casa una bellissima rete da beach volley e una tenda da campeggio, ed erano
passati solo dieci minuti da quando ero sceso dal treno!
Insomma, le premesse c’erano tutte. Poi però
mi cadono sulle basi: il bidè. Parafrasando l’immensa Marisa Laurito “Il bidè è una cosa seria”, è il luogo
del più intimo conforto, l’eroe che forse non meritiamo ma di cui abbiamo tutti
bisogno, scacciatore di peccati, il Signor Wolf che risolve problemi. Ecco, uno
pensa di essere sgamato alla vita, pronto ad affrontare qualsiasi situazione,
gambe in spalla e via, cosa vuoi che sia? Ma all’assenza del bidè non ero
realmente preparato, nonostante fossi al corrente di questa barbara (non tu,
Babi!) lacuna nel progresso al di fuori della penisola. L’assenza del bidè
ti fa sentire vulnerabile, non supportato, solo in balìa della tempesta.
Ecco,
a noi stasera è andata più o meno così: squadra che gira, primo set vinto,
secondo perso ma subito ripreso, sempre in partita. Le premesse per la prima
vittoria c’erano tutte. Poi siamo crollati sul più bello, come se avessimo
percepito la mancanza di un supporto, dei nostri compagni di squadra, come se
ognuno/a di noi fosse in campo da solo/a contro gli avversari, come se ci
avessero tolto il bidè! Solo che non è così. “You can achieve anything,
just remember, no I in team” recita il verso di una canzone. Possiamo fare
tutto se siamo uniti e ci fidiamo l’uno dell’altro. A questo punto siamo già
arrivati a mio parere, ci manca solo di “tirare fuori i coglioni e le ovaie”
(cito dalla chat). Mi si consenta l’ardito parallelismo, ma siamo noi stessi il
nostro bidè. Ci pariamo il culo a vicenda e, se necessario, ce lo puliamo pure.
Da quel punto di vista siamo in una botte di ferro, ora possiamo dedicarci
totalmente allo sfoggio degli attributi!
p.s.
nessun bidè è stato abusato durante la scrittura di questo articolo.
Chi
ama lo sport odia il razzismo.
Adelante
Precari!
Bez La Grellia
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