Tre
vanno in bici.
Grasse
risate.
Ma
chi va in bicicletta, fino a Salboro, alle otto di sera del 5
Dicembre?
Altre
grasse risate.
Per fortuna succede che spirito di sacrificio, sensi di colpa e semplice bontà d’animo muovono qualcosa nelle corde di tre dei Nostri. E allora tutti d’accordo. In dieci si va in macchina e voi tre vi arrangiate in bici.
Poi
per le 72 Vergini ci organizziamo.
Nel
frattempo capita anche che su canali paralleli qualcuno si attiva per
risolvere il problema. Lollo, che è un po’ lo zio strano ma
simpatico con cui nessuno ha un reale rapporto ma senza il quale i
pranzi in famiglia sarebbero solo una gigantesca rottura di minchia,
si lucida la pelata, si arma di occhi dolci e mette a repentaglio la
serenità di coppia per convincere la morosa (Precaria anch’essa,
ma di uno sport minore. ndr) a immolare la sua auto per la causa. Si
sa, nel cuore di un essere umano c’è spazio per un unico grande
amore. Non costringetelo a scegliere.
E
così si parte. Crisi superata. Dodici precari in macchina e uno
comunque in bici perché “così è più facile scappare dai posti
di blocco”, riusciamo ad arrivare a Salboro con notevole anticipo,
pronti ad affrontare gli amici dell’Arcs Basket Unipd.
Nulla
assottiglia l'intelletto precario più del dover organizzare una
trasferta.
Ma
veniamo alla pallacanestro, se così si può chiamare.
Assenze
pesanti dettate un po’ dal turnover, un po’ dal fatto che non
vogliamo che gli stranieri ci rubino anche il posto in squadra e un
po’ perché hanno sparato allo sceriffo. Assenze alle quali
tuttavia sopperiamo con un quintetto di approccio formato dalle
solite facce poco raccomandabili. Capitan Checco Fattori a dettare i
ritmi della macchina precaria, Lollo Meneghetti a tentare di non
farsi male, Riki “Mosè” Zampa per condurci da qualche parte,
Eugenio che oggi aveva male pure all’altro gomito e Angelo per
mostrarci la differenza tra aiuto e recupero e autorecupero (Angelo,
quella luce là in fondo la raggiungeremo insieme).
Partiamo
un po’ contratti ma grazie all’incredibile organizzazione tattica
frutto delle ore passate in palestra e del genio del baffo con la
coaching board, riusciamo a sopperire alla totale mancanza di talento
che ci caratterizza. Eccezion fatta, come sempre, per il capitano,
che a metà primo quarto decide che è arrivato il momento di
dimostrare che vale completamente il contratto firmato a inizio anno
che gli permetterà di guadagnare nel 2017/2018 l’equivalente del
PIL dell’Arabia Saudita. E patapim e patapam, e patapim e patapam,
in due minuti l’ordine è ripristinato in Via Ponchia. Riusciamo
quindi a costruire il primo mini parziale della partita e c’è
tempo anche per capitan futuro Lollo Fattori di piazzare una tripla
allo scadere del quarto. su assist del sempre ottimo Seedorf. Un gesto tecnico,
atletico e balistico davvero davvero da ammirare a cui segue un
ringhio liberatorio quasi a voler sottolineare, ancora una volta,
ancora di più, che forse questa città è troppo piccola per due
fratelli nati e cresciuti per emozionare con la palla in mano.
Primo
quarto che si archivia sul 12-17 e precari in rampa di lancio.
La
partita riprende con la cavalleria leggera. Sfruttiamo le
caratteristiche fisiche degli avversari per testare il quintetto
basso con Zampa da 4 tattico. Padrone assoluto del secondo quarto è
quel Luca Scholl che ci dimostra come per giocare a basket non sia
necessaria alcun tipo di coordinazione. La sua intelligenza
cestistica superiore gli permette di farsi trovare sempre al posto
giusto nel momento giusto. Il campo è la sua tela e la palla il suo
pennello e a ogni possibilità non manca di dipingere un bel
aggrovigliamento di arti che vanno un po’ dove gli pare a loro. “Il
mio idolo cestistico è sempre stato Picasso” dichiarerà a fine
partita “ devo a lui tutto quello che so fare su un campo di
basket”.
Tutti
contenti ce ne andiamo negli spogliatoi sul 20-30.
Per
il resto della partita ci limitiamo fondamentalmente ad amministrare
i il vantaggio e oliare gli ingranaggi. Tra i pochi avvenimenti degni
di nota, un tecnico al coach. Come tutti i grandi professionisti non
manca di tenere alta la tensione fino al fischio finale e a farne le
spese è il povero arbitro che interpreta la sua verve agonistica
come un’offesa personale. Finirà poi a sorrisi e pacche sulle
spalle tra i due. Tutto bene, non fosse per la cassa di birra che ora
gli toccherà portare ad allenamento.
Prima
del giro di saluti finali il dio del cestismo scende tra di noi e
bacia in bocca il nostro Muro del pianto, che si svita e si riavvita sotto
canestro e riesce finalmente a timbrare il cartellino dopo una serie
di occasioni goffamente mancate. Emblematica la sua corsa post
realizzazione dove mostra una canottiera preparata per l’occasione
con dedica alla morosa “Amore oggi sono carico, vedrai che stasera
è la volta buona”
Cala
quindi il sipario sulle note della tragicommedia di un uomo che
grazie alla pallacanestro forse riuscirà a risolvere anche i suoi
problemi in camera da letto. 45-64 i risultato finale e settima
vittoria su altrettante partite.
Ora
settimana di riposo e se ne riparla il 20 di Dicembre in trasferta
per provare a chiudere imbattuti questo 2017.
LOVE
BASKET, HATE RACISM!
Arcs
Basket Unipd: Cesaro 2, Valandro, Artico 7, Varotto (K), Bonsenbiante
16, Bebesan, Drigo 1, Stella 3, Pillo 2, Carrer 2, Fedeli 9, Pluda
3.
All.re:
Meneghin Ezio
San
Precario Pallacanestro: Zanetti 5, Fattori L. 7, Meneghetti 11,
Fattori F. (K) 13, Murazzi 2, Scholl, Zampinetti 12, Bonino 7, Asta
7, Arrigoni.
All.re:
Pedrotti Michele
Nessun commento:
Posta un commento