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mercoledì 6 dicembre 2017

7 SU 7! - IL SEGRETO DEL SUCCESSO: UMILTÀ E DURO LAVORO - ALMENO COSÌ CI HANNO DETTO


Come ci entrano 13 precari in due macchine?

Tre vanno in bici.

Grasse risate.

Ma chi va in bicicletta, fino a Salboro, alle otto di sera del 5 Dicembre?

Altre grasse risate.


Per fortuna succede che spirito di sacrificio, sensi di colpa e semplice bontà d’animo muovono qualcosa nelle corde di tre dei Nostri. E allora tutti d’accordo. In dieci si va in macchina e voi tre vi arrangiate in bici.

Poi per le 72 Vergini ci organizziamo.



Nel frattempo capita anche che su canali paralleli qualcuno si attiva per risolvere il problema. Lollo, che è un po’ lo zio strano ma simpatico con cui nessuno ha un reale rapporto ma senza il quale i pranzi in famiglia sarebbero solo una gigantesca rottura di minchia, si lucida la pelata, si arma di occhi dolci e mette a repentaglio la serenità di coppia per convincere la morosa (Precaria anch’essa, ma di uno sport minore. ndr) a immolare la sua auto per la causa. Si sa, nel cuore di un essere umano c’è spazio per un unico grande amore. Non costringetelo a scegliere.

E così si parte. Crisi superata. Dodici precari in macchina e uno comunque in bici perché “così è più facile scappare dai posti di blocco”, riusciamo ad arrivare a Salboro con notevole anticipo, pronti ad affrontare gli amici dell’Arcs Basket Unipd.


Nulla assottiglia l'intelletto precario più del dover organizzare una trasferta.


Ma veniamo alla pallacanestro, se così si può chiamare.
Assenze pesanti dettate un po’ dal turnover, un po’ dal fatto che non vogliamo che gli stranieri ci rubino anche il posto in squadra e un po’ perché hanno sparato allo sceriffo. Assenze alle quali tuttavia sopperiamo con un quintetto di approccio formato dalle solite facce poco raccomandabili. Capitan Checco Fattori a dettare i ritmi della macchina precaria, Lollo Meneghetti a tentare di non farsi male, Riki “Mosè” Zampa per condurci da qualche parte, Eugenio che oggi aveva male pure all’altro gomito e Angelo per mostrarci la differenza tra aiuto e recupero e autorecupero (Angelo, quella luce là in fondo la raggiungeremo insieme).


Partiamo un po’ contratti ma grazie all’incredibile organizzazione tattica frutto delle ore passate in palestra e del genio del baffo con la coaching board, riusciamo a sopperire alla totale mancanza di talento che ci caratterizza. Eccezion fatta, come sempre, per il capitano, che a metà primo quarto decide che è arrivato il momento di dimostrare che vale completamente il contratto firmato a inizio anno che gli permetterà di guadagnare nel 2017/2018 l’equivalente del PIL dell’Arabia Saudita. E patapim e patapam, e patapim e patapam, in due minuti l’ordine è ripristinato in Via Ponchia. Riusciamo quindi a costruire il primo mini parziale della partita e c’è tempo anche per capitan futuro Lollo Fattori di piazzare una tripla allo scadere del quarto. su assist del sempre ottimo Seedorf. Un gesto tecnico, atletico e balistico davvero davvero da ammirare a cui segue un ringhio liberatorio quasi a voler sottolineare, ancora una volta, ancora di più, che forse questa città è troppo piccola per due fratelli nati e cresciuti per emozionare con la palla in mano.
Primo quarto che si archivia sul 12-17 e precari in rampa di lancio.



La partita riprende con la cavalleria leggera. Sfruttiamo le caratteristiche fisiche degli avversari per testare il quintetto basso con Zampa da 4 tattico. Padrone assoluto del secondo quarto è quel Luca Scholl che ci dimostra come per giocare a basket non sia necessaria alcun tipo di coordinazione. La sua intelligenza cestistica superiore gli permette di farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto. Il campo è la sua tela e la palla il suo pennello e a ogni possibilità non manca di dipingere un bel aggrovigliamento di arti che vanno un po’ dove gli pare a loro. “Il mio idolo cestistico è sempre stato Picasso” dichiarerà a fine partita “ devo a lui tutto quello che so fare su un campo di basket”.

Tutti contenti ce ne andiamo negli spogliatoi sul 20-30.




Per il resto della partita ci limitiamo fondamentalmente ad amministrare i il vantaggio e oliare gli ingranaggi. Tra i pochi avvenimenti degni di nota, un tecnico al coach. Come tutti i grandi professionisti non manca di tenere alta la tensione fino al fischio finale e a farne le spese è il povero arbitro che interpreta la sua verve agonistica come un’offesa personale. Finirà poi a sorrisi e pacche sulle spalle tra i due. Tutto bene, non fosse per la cassa di birra che ora gli toccherà portare ad allenamento.

Prima del giro di saluti finali il dio del cestismo scende tra di noi e bacia in bocca il nostro Muro del pianto, che si svita e si riavvita sotto canestro e riesce finalmente a timbrare il cartellino dopo una serie di occasioni goffamente mancate. Emblematica la sua corsa post realizzazione dove mostra una canottiera preparata per l’occasione con dedica alla morosa “Amore oggi sono carico, vedrai che stasera è la volta buona”


Cala quindi il sipario sulle note della tragicommedia di un uomo che grazie alla pallacanestro forse riuscirà a risolvere anche i suoi problemi in camera da letto. 45-64 i risultato finale e settima vittoria su altrettante partite.



Ora settimana di riposo e se ne riparla il 20 di Dicembre in trasferta per provare a chiudere imbattuti questo 2017.



LOVE BASKET, HATE RACISM!


Arcs Basket Unipd: Cesaro 2, Valandro, Artico 7, Varotto (K), Bonsenbiante 16, Bebesan, Drigo 1, Stella 3, Pillo 2, Carrer 2, Fedeli 9, Pluda 3.

All.re: Meneghin Ezio



San Precario Pallacanestro: Zanetti 5, Fattori L. 7, Meneghetti 11, Fattori F. (K) 13, Murazzi 2, Scholl, Zampinetti 12, Bonino 7, Asta 7, Arrigoni.

All.re: Pedrotti Michele

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