.

.

mercoledì 18 ottobre 2017

CRAZY TRAIN

Dicono che il mattino abbia l’oro in bocca ma i precari però questo non lo sanno e continuano a sfornare grandi prestazioni nonostante alle ore 13:55 ancora nessuno sappia come recarsi agli impianti Brentelle, teatro del duello domenicale. Mappe di natura misteriosa iniziano a circolare nelle chat allo scopo di evitare le limitazioni della domenica ecologica indotta dal comune, viene persino vagliata l'ipotesi di simulare una funzione religiosa pur di evitare di affaticare  i polmoni (già in evidente stato di difficoltà) con una sana biciclettata. Alla fine l'agognata certificazione giunge chissà come dal cielo e fatiscenti mezzi precari sfrecciano tra le innaturali deserte vie di Padova, tre punti in testa e un santo a protezione dei nostri ideali.
Ad accoglierci, assieme al caldo anomalo, vi è la rocciosa compagine del Brentelle, squadra che levita a metà classifica, appena un punto sopra di noi.
Negli spogliatoi aleggia ottimismo, le ultime partite hanno rinvigorito il morale e la concentrazione che si avverte questa stagione è qualcosa di inusuale.
Il tempo inizia a correre veloce, i gesti diventano rito, i ricordi si fanno via via più sfumati… appello, occhi della tigre e siamo di nuovo in campo.


Un po’ a sorpresa dopo poche battute di gioco gli avversari ci appaiono lenti e macchinosi, opponendo al nostro calcio bailado un mix di calci lunghi, astuzia e tanta guerra fisica. La partita di oggi richiederà molto coraggio e li affrontiamo a testa alta, con tutto il reparto difensivo compatto che funge da fortezza alla nostra porta.

Passano pochi minuti e il Brentelle si rende pericoloso nell'unico modo possibile, cioè in seguito ad un calcio piazzato. Fortunatamente la palla oltrepassa la porta senza trovare il tap-in vincente. La battaglia è totale, le due squadre si affrontano senza riserve e alla loro fisicità rispondiamo con degli uno-due offensivi di pregiata fattura.

Sono soprattutto Perro ed Esposito a creare scompiglio centralmente, grazie al lavoro sporco di Oba e alla bravura di Gigi.


Poi accade tutto in pochi minuti; a rompere gli indugi di una partita equilibrata è una rete pazzesca degli avversari, con il loro difensore centrale che intorno al 35’ spara un missile dalla trequarti per il goal che si candida di diritto al premio Puskas.

Ancora sotto la pioggia delle bestemmie albanesi di Mister Selmani si consuma però la reazione veemente dei precari che, cuore in mano, agguantano il pareggio un paio di minuti dopo grazie al mancino di Gigi, autentico gioellino della Cantera granata!

Fine primo tempo di una partita bruttina e il Mister richiama tutta la squadra negli spogliatoi per preparare l’assalto ai tre punti.

Il secondo tempo però non sembra molto diverso dal primo, anche perché ai lanci lunghi degli avversari si aggiungono gli incessanti fischi del direttore di giornata, agghindato per l’occasione in tenuta psichedelica  nera-fucsia e intenzionato a battere il record di falli fischiati in una sola partita.

Nonostante ciò polmoni d’acciaio Riki si dà da fare in mezzo al campo, assieme l’inossidabile capitan Uarbo, da gustare come un whisky d’annata nella sua consueta veste da guerriero. Da segnalare anche un’ottima uscita di Checco, detto l’Ultimo Samurai, sul numero 10 avversario intorno al minuto 80’.

Se i ritmi di gioco sono lenti ci pensano comunque i supporter a infiammare la partita, con un incessante e incredibile boato di gioia, disagio e buon esempio.
E così che prima del fischio finale le azioni da goal decisive le abbiamo ancora noi, con Gigi prima, e Perro poi.

Al fischio finale la sensazione di aver lasciato due punti per strada c’è, ed è giusto che ci sia. Più importante di questo però è la certezza che la squadra stia avendo un processo di crescita enorme, partita dopo partita, allenamento dopo allenamento.

Qualcosa di inconsueto accompagna il cammino dei precari in questa stagione, gli anni passano e con la maturità forse ci stiamo rendendo conto che nella vita, prima o poi, i treni finiscono di passare. Un anno si è insieme a festeggiare una vittoria e l’anno dopo ci si trova a lavorare dall’altra parte dell’Italia o del mondo, per dirne una.
Peggio ancora si diventa grandi e si smette di sognare.

Dietro il fuoco che ci unisce si percepisce la volontà di restituire qualcosa a questa maglia, a questa società, a questi supporter che ci hanno dato tanto in questi anni, e per farlo dobbiamo continuare a  migliorarci, partita dopo partita.

Adelnate..appuntamento a Domenica prossima a Montà per la 7^ sfida del torneo. 
Supporta precario - un altro modo di concepire e praticare lo sport!

testo:Franco
immagini: Claire





Nessun commento:

Posta un commento