Dicono che il mattino
abbia l’oro in bocca ma i precari però questo non lo sanno e continuano a
sfornare grandi prestazioni nonostante alle ore 13:55 ancora nessuno sappia come recarsi agli impianti Brentelle,
teatro del duello domenicale. Mappe di natura misteriosa
iniziano a circolare nelle chat allo scopo di evitare le limitazioni della domenica ecologica indotta dal comune,
viene persino vagliata l'ipotesi di simulare una funzione religiosa pur di
evitare di affaticare i polmoni (già in
evidente stato di difficoltà) con una sana biciclettata. Alla fine l'agognata certificazione
giunge chissà come dal cielo e fatiscenti mezzi precari sfrecciano tra le
innaturali deserte vie di Padova, tre punti in testa e un santo a protezione
dei nostri ideali.
Ad accoglierci, assieme al
caldo anomalo, vi è la rocciosa compagine del Brentelle, squadra che levita a
metà classifica, appena un punto sopra di noi.
Negli spogliatoi aleggia
ottimismo, le ultime partite hanno rinvigorito il morale e la concentrazione
che si avverte questa stagione è qualcosa di inusuale.
Il tempo inizia a correre
veloce, i gesti diventano rito, i ricordi si fanno via via più sfumati… appello,
occhi della tigre e siamo di nuovo in campo.
Un po’ a sorpresa dopo
poche battute di gioco gli avversari ci appaiono lenti e macchinosi, opponendo
al nostro calcio bailado un mix di
calci lunghi, astuzia e tanta guerra fisica. La partita di oggi richiederà
molto coraggio e li affrontiamo a testa alta, con tutto il reparto difensivo compatto che funge da fortezza alla
nostra porta.
Passano pochi minuti e il
Brentelle si rende pericoloso
nell'unico modo possibile, cioè in seguito ad un calcio piazzato. Fortunatamente
la palla oltrepassa la porta senza trovare il tap-in vincente. La battaglia è totale, le
due squadre si affrontano senza riserve e alla loro fisicità rispondiamo con
degli uno-due offensivi di pregiata fattura.
Sono soprattutto Perro ed Esposito a creare scompiglio centralmente, grazie al lavoro sporco
di Oba e alla bravura di Gigi.
Poi accade tutto in pochi
minuti; a rompere gli indugi di una partita equilibrata è una rete pazzesca degli avversari, con il
loro difensore centrale che intorno al 35’ spara un missile dalla trequarti per
il goal che si candida di diritto al premio Puskas.
Ancora sotto la pioggia
delle bestemmie albanesi di Mister Selmani si consuma però la reazione veemente
dei precari che, cuore in mano, agguantano il pareggio un paio di minuti dopo grazie
al mancino di Gigi, autentico gioellino della Cantera granata!
Fine primo tempo di una
partita bruttina e il Mister richiama tutta la squadra negli spogliatoi per
preparare l’assalto ai tre punti.
Il secondo tempo però non
sembra molto diverso dal primo, anche perché ai lanci lunghi degli avversari si
aggiungono gli incessanti fischi del direttore di giornata, agghindato per
l’occasione in tenuta psichedelica
nera-fucsia e intenzionato a battere il record di falli fischiati in una
sola partita.
Nonostante ciò polmoni
d’acciaio Riki si dà da fare in
mezzo al campo, assieme l’inossidabile capitan Uarbo, da gustare come un whisky d’annata nella sua consueta veste
da guerriero. Da segnalare anche un’ottima
uscita di Checco, detto l’Ultimo Samurai,
sul numero 10 avversario intorno al minuto 80’.
Se i ritmi di gioco sono
lenti ci pensano comunque i supporter
a infiammare la partita, con un incessante e incredibile boato di gioia,
disagio e buon esempio.
E così che prima del fischio finale le azioni da goal
decisive le abbiamo ancora noi, con Gigi prima, e Perro poi.
Al fischio finale la
sensazione di aver lasciato due punti per strada c’è, ed è giusto che ci sia.
Più importante di questo però è la certezza che la squadra stia avendo un
processo di crescita enorme, partita dopo partita, allenamento dopo
allenamento.
Qualcosa di inconsueto
accompagna il cammino dei precari in questa stagione, gli anni passano e con la
maturità forse ci stiamo rendendo conto che nella vita, prima o poi, i treni
finiscono di passare. Un anno si è insieme a festeggiare una vittoria e l’anno
dopo ci si trova a lavorare dall’altra parte dell’Italia o del mondo, per dirne
una.
Peggio ancora si diventa grandi e si smette di sognare.
Peggio ancora si diventa grandi e si smette di sognare.
Dietro il fuoco che ci unisce si
percepisce la volontà di restituire qualcosa a questa maglia, a questa società,
a questi supporter che ci hanno dato tanto in questi anni, e per farlo dobbiamo
continuare a migliorarci, partita dopo
partita.
Adelnate..appuntamento a Domenica prossima a Montà per la 7^ sfida del torneo.
Supporta precario - un altro modo di concepire e praticare lo sport!
testo:Franco
immagini: Claire
immagini: Claire
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