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martedì 8 novembre 2016

ED E' PASSATO UN QUADRIMESTRE

Cinque mesi dopo..
L’ultima vista, il 22 maggio, finì maluccio: non fosse stata la concomitanza del I° Sanprecario Sport Festival vissuto al parco Milcovich, chissà come sarebbe terminata l’avventura nei playout per la Sanpre a 11? Nel bene e nel male va bene uguale, per fortuna è così, allora come oggi c’è una nobile causa a dar sostanza al nostro campionato e alla stagione calcistica: siamo ancora a manifestare la nostra contrarietà alle leggi imposte dalla Figc, a ridicolizzare la lentezza ottusa con la quale si dovrebbero concedere permessi, residenza e diritti a tutti i ragazzi richiedenti asilo che in questa terra lavorano, vivono e vogliono solo giocare a calcio. Vogliamo Henry, Keita, Al Assan e tutti quelli che lo desiderano, poter dare due calci ad una palla, poter stare e fare quello che gli piace, secondo un diritto universale e inalienabile che è quello del gioco.
Da queste partite, da questi eventi concatenati fra di loro, seri e mai scontati, si disegnano i tratti della Sanpre, nobile e di claro sentido: a legare il passato al presente oltre alle lotte per i diritti, è la partita stessa, sono i colori granata, è il dodicesimo Precario, l’atmosfera mai banale unita a sano e impagabile agonismo che imprimono sapidità incredibile allo spettacolo del calcio. Allora come oggi l’odore dell’erba inebria, tinte e luci che erano estate evolvono in tonalità più fosche, antocianiche, a presagio del letargo, del freddo.  

Il sole però c’è, è lo stesso, e chi fra i tifosi riesce a farsi schiaffeggiare, sente caldo tepore penetrare le membra.. e poi i ragazzi in campo è uno spettacolo guardarli giocare, anche loro ti scaldano che meglio non si può. Si sente all’istante che qualcosa cambia rispetto all’ultima volta, anzi qualcosa è cambiato!!.. da lontano, a partita già iniziata, voce amica e decisa si chiama, incita, dispensa coraggio e attenzione. Per noi questa è primavera, lo spirito di squadra, di unione, che ogni tanto latita, si sente adesso ben chiara, netta, sovrastante altri sfoghi provenienti dall’intorno del Brentelle, parco multiattività stile film americano; varietà sportive concentrate in un unico sistema.. in zona Kave, Dinamo. Se la stessa possibilità fosse data anche ai ragazzi che vogliono giocare al pallone, correre ad integrasi creando un tutt’uno di razze, colori e culture, allora ci si potrebbe dire realmente soddisfatti. Per ora non è così.

Tornati attenti al rettangolo verde, la retroguardia granata si nota, e bene: quadrata, tosta, movimenti sinuosi da destra a sinistra e viceversa. Le facce, rispetto a maggio qualcuno di nuovo c’è: oltre al figliol TurboPilla e sentenzaPeppe che sono gli unici “reduci”, si muovono egregiamente i centrali e il nostro estremo non è da meno, ne con la voce ne con la stazza, omone che oggi è pure all’esordio fra i pali. La fisicità si nota, cominciamo ad assumere sembianze di supereroi, dei bruti combattenti a difendere la sacra porta, diretti con garbo balcanico dalla panchina, dove pestola e ripestola nervoso l’eroe del gruppo Giorgio Castriota. Si fa fatica a passare, i primi 15’ sono nostri, le palle riconquistate vengono super rielaborate in ripartenze, fraseggi, orchestra di passaggi che concretizza intorno al 25’: buon calcio dalla trequarti di Stefanino coscialunga, inzuccata di TurboPilla e gol per la Sanpre, su palla da fermo è sempre tanta roba. Grandi 0:1!!

Si riparte e ancora il pallino è nostro o almeno sembra così.. nel giro di 5’ la Kave si riporta in pareggio, come nulla fosse, una solita palla con cui flirtiamo e accarezziamo oltre i limiti del petting diventa preda dei blu, che con chirurgica precisione la buttano dentro. Gli equilibri sembrano ristabiliti, sia nel risultato che nel gioco, loro sono più pratici, palla lunga, scambio veloce e salto del centrocampo, ma non ne viene fuori nulla.. noi ripartiamo, ci innamoriamo continuamente della sfera, è bella e con lei disegniamo spettacolari danze d’amore, corteggiamento infinito, flirt su flirt non producono però gli effetti sperati.. la vediamo lontana la meta. Lottiamo come dei cani ma lo facciamo con ordine. In tutto questo ardore anche la nostra metà campo mette del suo per riprendersi il vantaggio.. ci si guadagna un buon calcio d’angolo: pennellata in mezzo, allunga, tocca, passa, FraChecco la insacca.. 1 a 2. Tornati sopra quasi si grida al miracolo: seconda segnatura su palla inattiva, se non è record.. dovremmo farne un altro.

Finisce il primo parziale, a testimoniare la virilità dei nostri un duro scontro a centrocampo costringe il loro number four a guardare il resto della partita fra i tifosi. Ci siamo, la giornata consiglierebbe castagne e brulè, il popolo ospite preferisce una, due, diverse Morettone da 66 e un buon espresso affogato in qualche distillato tipico Veneto, gronda l’esperienza.
La ripresa è già in campo, sornione il meteo e ancora frastornati dal tè ristoratore, prendiamo una stupida punizione dal limite, che il loro 10 disegna nell’angolino basso alla sinistra del portier.. 2 a 2, e la nebbia ancora non si vede. Qui a Kave non poteva essere una passeggiata a cercar funghi, e così non è; dobbiamo difenderci dalle folate avversarie che ora rendono difficile l’avanzare: i bianco granata reggono l’urto, compatti e soffrendo si supera il momento.
 Intanto i tifosi scaldano mani e braccia, le ugole compiono esercizi di modulazione vocale, i cori quest’oggi sono rimasti a letto, i malanni di stagione incidono sul resto, solo i quadrupedi sfoggiano tonicità e abbaio da guiness.. però ci siamo, man mano che i minuti girano riacquistiamo personalità, piglio, estrosità e voce fuori campo; i cambi ordinati da Mr Selmani incidono positivamente.. forze fresche mettono guizzo alla manovra e appena guadata la metà del secondo da un lampo di genio, gettiamo le basi per la vittoria: palla dalla nostra trequarti di eleganzaRiki a lanciare caribeEsposito.. il quale arriva assetato al limite, se ne beve un paio e infila lemme lemme il vantaggio ospite. Adesso si è un vero urlo, 2:3 che fa eco e ritempra facce amiche: non c’è tempo di vantarsi troppo però, ci mettiamo a testa bassa e non ne passa più uno.

Triplice fischio del Signor arbitro e tripudio precario sotto ad una insperata coltre di nebbia amica. Il 22 maggio era andata con lo stesso punteggio, un 2:3 che però fece male, ma che ha insegnato qualcosa e di più. L’antipasto del terzo tempo lo consumiamo a bordo campo, sosteniamo ancora che il diritto a giocare deve essere per tutti uguale, lontani e contrari dalle contorsioni burocrate che ostacolano ciò che dovrebbe essere normalità per tutti.

“Fatemi giocare a pallone!!”



 Domani si torna in campo, ancora una volta è difficile abituarsi al Franceschini, ma comunque, sia per tutti un bel giorno di sport e sana Precarietà.

Hate racism, Love Sanpre!

testo: Andreone

immagini: Vale Belluno

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