...da Davide, del San Precario Welcome Team:
"Ieri sera dopo allenamento siamo andati con la squadra a mangiare una pizza per fare gruppo. In macchina con me è venuto un ragazzo nigeriano richiedente asilo. Tra un italiano stentato e un inglese elementare abbiam parlato del più e del meno. Dopo un pò ho fatto un lungo sospiro e gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia. Partito dalla Nigeria, dopo che la polizia di Boko Haram ha bruciato la sua casa, è arrivato dopo un lunghissimo viaggio in Libia. Arrivato lì ha assistito a violenze atroci nei confronti di alcuni suoi amici e dopo aver pagato più di 1500 dollari, altri ne aveva giá pagati lungo il viaggio tra Nigeria e Libia, è salito insieme ad altre centinaia di persone su un grosso barcone.
Non ricorda quanti sono stati i giorni di viaggio lungo l'Africa e neanche i giorni di navigazione. Ricorda solo la fame, il freddo e la paura di non arrivare sani e salvi in Sicilia. L'aver visto in lontananza una barca militare è stato, paradossalmente, il segnale che ce l'avevano fatta, erano arrivati sulle coste siciliane vivi. Dopo esser stati trasportati nel porto di Messina lui ed altri amici sono stati immediatamente caricati su un autobus e portati a Padova. Trasportati, portati...proprio cosí, si sentivano dei pacchi non delle persone. Vive ormai da nove mesi nella cittá che è balzata alle cronache nazionali per la sua chiusura ma per fortuna sua ha incontrato nel suo cammino chi dell'integrazione fa la sua bandiera: la Polisportiva SanPrecario, la scuola di Italiano Liberalaparola del Pedro Centro Sociale Occupato. Mentre raccontava i suoi occhi erano lucidi e la voce tremante e io li, in silenzio, ascoltavo e pensavo tra me e me che nonostante tutti i piccoli e grandi problemi della quotidianitá sono veramente fortunato a esser nato qui".
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