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mercoledì 14 ottobre 2015

DOMENICA SI TORNA ALL'APPIANI

di Leo Pilla


L’attesa è durata un bel po’, sei mesi esatti. Giochiamo la settima del campionato di Seconda Categoria. Siamo a caccia dei primi tre punti e anche se per scaramanzia non si dice.. in casa precaria abbiamo da tempo deciso di andare contro ai conformismi e ai luoghi comuni.
In città si respira un’aria sempre più granata. In queste prime giornate non abbiamo fatto altro che girovagare per la periferia, il seguito dei supporters in trasferta è stato compatto ed apprezzabile come numero. Sono convinto che più di qualche giocatore avversario si sarà emozionato sentendo cantare a gran voce i nostri cori. I precari magari ci sono più abituati ed i supporters sanno di poter fare il dodicesimo in campo con la prestazione di gruppo sugli spalti.



Lo stadio, il luogo di incontro per gli appassionati del pallone ma anche luogo di scambio di idee ed opinioni extra calcistiche, luogo di inclusione. Se vai a supportare precario la domenica pomeriggio, vai a farti un giro, che tu sia solo, con la tua ragazza o con il tuo cane, non fa differenza. Sullo sfondo il calcio, che potrebbe essere l’attrazione di giornata, ma che non pretende necessariamente di diventare tale.



La nostra idea di stadio è questa, dove sedersi o rimanere in piedi, dove cantare o parlare con gli amici, dove soffrire per lo svolgimento del match o starsene serenamente in relax, in un clima di convivialità totale, dove chiunque è il benvenuto, il “nuovo”, il “diverso”, il “pragmatico”, il “solitario” o il “chiacchierone”. Crediamo nel valore di questo luogo legato alla dimensione della gente che lo frequenta, tanto quanto crediamo nei principi che animano la nostra passione sportiva, con l’obiettivo di unire sport e socialità.
Nel modello di calcio in cui crediamo, supporters e squadra si fondono come una cosa sola, spontanea e viva, fatta di singole teste pensanti, critiche ed attive. Il risultato un’affezione ai colori comuni. Gioie e sconfitte sono condivise, esaltate o ridimensionate all’occorrenza. Perché lo sport, se condiviso, vale molto di più del risultato finale.



Comunque sia, Padova oggi ha qualcosa in più di precario, passo dopo passo, anno dopo anno, incontro dopo incontro.
Nella nostra anomalia ci riempie di gioia poter rendere ancora vivo questo sacro luogo del calcio padovano. Incastonato nel cuore della città, a due passi dal “Pra dea Vae”, si erge il muro di cemento tra la caserma Salomone, porta Santa Croce e il bastione omonimo. E’ un’emozione diversa ogni volta che ci entro, ripensando alla storia che porta con sé, dove biancoscudati di generazioni passate hanno sostenuto i propri colori.



Questa la storia. Oggi sono granata i colori che tingono l’Appiani la domenica.
Le porte sono sempre le stesse e sono sempre aperte, anzi sono spalancate! Se sullo spettacolo calcistico non possiamo assicurare, riguardo al contorno del rettangolo di gioco certamente si… e se a fare da scenario bastasse lo sfondo… mamma mia che sfondo.




Ama lo sport - odia il razzismo - tifa precario

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