Giocare dopo aver vinto 7 a 1 non è
mai facile, soprattutto agli inizi di un campionato, quando ancora non conosci
le avversarie né, ancora abbastanza, le forze e i limiti della tua squadra.
Si arriva nell’ alta pianura padovana
con quest’idea un po’ confusa sulla propria esistenza: sorrisi, qualcuno
addirittura ha SkyGo e ci fa vedere un po’ di serie A, un po’ di vero calcio, in compagnia della
traballante convinzione che anche oggi saranno tre punti.
Quando l’arbitro (si pensa minorenne?!)
fischiava l’inizio, il grigio cielo del Nord-Est vedeva Ciccio dai capelli
tagliati fra i pali, Beppe, Seba e capitan la Sfinge (che ha degnamente onorato la fascia in assenza del 10 dai capelli e dalla barba incolti) a far muretto, un siberiano
e un cinesino ad arare le fasce, la foga di un sardo a braccetto con la calma
di un cervello e la precisione di un architetto a centrocampo, il tutto
sponsorizzato dall’intesa di cui ormai parla tutto il mondo fra Gibbo e Perro
in cerca del gol…
…e il gol arrivava che manco metà
primo tempo era passato…ennesimo dribbling, palla in mezzo, tap-in e 1 a 0, vai
Gibbo vai!!!....si pensava: il primo di una lunga serie…
Ma la presunzione era lì ad aspettarci e sicuri di vincere collassavamo come dopo una serata di quelle forti smettendo troppo presto di giocare…ma tant’è, eravamo primi, eravamo bravi e (a volte) belli…quasi
quasi ci teniamo l’1 a 0 e via così!
Però sembravamo pure stanchi…di
testa, di fiato, e fra un tiro e un tacchetto nel
polpaccio pensavo a chi, arrampicato su un albero in campagna, alla domanda “Sei
stanco?” rispondeva convinto: “Un bersagliere insanguinato e stanco, scendea
baldo ancor da Monte Croce, mi feci innanzi a lui e con fiera voce, gridai: Sei
baldo, e stanco!?"...se lui non era stanco, come faccio ad esserlo io?!”.
Beh, noi stanchi lo eravamo, ma baldi
un po’ meno, forse baldanzosi, tendenziosi verso un trappolone stupendo che quelli di San Giustina ci preparavano dolcemente, con calma, minuto dopo
minuto, parola dopo parola, tentativo di rissa dopo tentativo, finché arrivava il 25^ del secondo tempo e ci trovavamo in culo un bel ca...o paesano,
senza sapone nemmeno!
Il minorenne rimaneva abbagliato dall’estasi
del dolore simulato da un avversario e, con fare discreto, fischiava un rigore
da far smadonnare pure Mughini.
Tiro.
Gol.
E dopo erano botte. Anzi, magari fossero state botte! Sono
solo parole canterebbe qualcuno, perché presi dall’isteria rivoluzionaria ci
attaccavamo a qualsiasi briga si presentasse fra i piedi, vigilati da un
minorenne che avrebbe pagato dieci mensilità pur di essere sul divano di casa a
guardare i Pokemon piuttosto che battere i piedi nell’umido verde di un’erba
sudata da undici pecorelle smarrite di fronte a degli agnelli travestiti da lupi….
E finiva così, tristemente pari…noi
incazzati, delusi…loro a cantare…
E ora che fare? Semplice. In attesa del
ritorno, gli esperti consigliano di volgersi a domenica prossima con la rabbia
e la fame di chi pensa che due dei tre punti in palio hai inspiegabilmente
deciso di regalarli e non si può, non si deve più mancare di così tanto rispetto e furore verso sé stessi e verso il sudore che si sputa il martedì e il
giovedì.
Appuntamento domenica prossima a Tavo(Vigodarzere). Avanti precari!
scritto da : Sebastiano
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