Ancora mi frulla nella testa il ricordo del trasfertone
serale a S.Angelo , nel primo Giovedi di
Febbraio , da cui portiamo a casa un punticino grazie all’ imperioso stacco di
testa dell’ariete Pilla…ma sono passati dieci giorni , sembra un altro mondo,
ed un poco, in effetti, lo è. Di mezzo è successo di tutto: 20 centimetri
di neve, il papa in cassa integrazione, mezza classe dirigente italiana al gabbio ,
pioggia di meteore sulla Russia…il tutto condito dalle supercazzole elettorali
che rimbalzano da una parte all’altra dello schermo e dunque pure della nostra
testolina. Tragico epilogo di questo teatrino ,i tre colpi di pistola con cui
Pistorius infrange la propria moderna maschera da eroe e si rivela uomo purtroppo comune, frustrato, femminicida…quasi a dire a tutti
quanti che oggi giorno per le favole non è rimasto spazio.
Ma poi , a guardare bene, le favole ci sono
ancora: ad esempio c’è lo “Scup” che dopo nemmeno 20 giorni dallo sgombero rioccupa
a Roma la propria storica sede in barba a squali , disillusi e speculatori …ad
esempio ci siamo pure noi , la nostra
felice corsa, gli sguardi grintosi dei compagni, la voglia di vincere che piano
si fa spazio fra le nostre insicurezze e guida la crescita di sta Polisportiva,
battaglia dopo battaglia, fino alla nostra meta: un età matura. Buone premesse alla sfida di oggi, il recupero della 7^ di
andata, Salboro - Sanprecario.
Cominciamo il riscaldamento accompagnati da un timido sole
ed alle 15.00 ci ritroviamo schierati . Saluto ad arbitro ed avversari. Vinco
il gioco della monetina( credo sto anno sia la prima volta): palla loro, campo
nostro. Egregio fischio, comincia la guerra. Le squadre si studiano per i primi
minuti, ma dopo poco l’inerzia è nostra. D'altronde a difendere la sacra porta c’è
la miglior difesa del campionato, guidata per l’occasione, da Fabio: ” Sior
marchese” di nuovo in dolce attesa. Ai suoi ordini il pizzo d’oro Pippo ed il
guerriero Sebastiano che al 20, causa ginocchio claudicante lascia posto al Rasta
big. 25’ Ferra dribbla due uomini e fa partire
un cross che per poco Doc Solmi non scorreggia
in porta. 30’ punizione di Eder , l’ariete Pilla impatta di testa sfiorando la
traversa; è il preambolo al gol. 40’
Gibbo lotta come un leone a centro campo, spinto perde l equilibrio, sbraccia,
ma prima di cadere serve un liftato a Samuel :la puteeenz! Campo aperto per lui e progressione animale, sguardo al portiere e poi
taac..palla rasoterra vicino all’ angolino. 1 a 0 appena prima del fischio di
fine tempo. Quello che ci voleva!
Thè caldo. Spogliatoio silenzioso. Ghiaccio a go go per
tamponare le ferite ed acqua in faccia come un placebo contro la stanchezza.
Proviamo a mantener la calma, a sinistra entra Jonny per Ferra ammonito. Si ricomincia.
Fra un calcione ed un improperio si arriva ai 10 minuti centrali
del secondo: confusionari, quasi surreali , certamente decisivi. Al 15’ su calcio
d’angolo, Gibbo viene atterrato in area . Rigore ed espulsione per fallo da
ultimo uomo. Il sior marchese spiazza il portiere, 2 a 0 e dieci contro undici.
Sembra chiusa ed invece no. 5 minuti dopo sempre il sior marchese atterra in
area il vivace n.7 avversario.Rigore: Il 10 mette a segno e ci si ritrova 2 a 1. Qualche
minuto d’ansia, poi, al 25’ , Johnny frana in area agganciato dal 2 avversario
che, già ammonito , viene cacciato fuori.
Lo stesso Jonny si piglia la responsabilità del 3^ rigore in 10 minuti e nonostante
l’intuizione del n.1 del Salboro insacca il 3 a 1 per noi…”from Colombia with
love”. Sopra di due in 9 contro 11 la partita si avvia a conclusione. L’atmosfera
è talmente tranquilla che Doc Solmi non viene nemmeno ammonito, ed è la vera sorpresa
di giornata.Festoso saluto al folto grappoli di tifosi sugli spalti.
Rientriamo in
spogliatoio. La gioia ed i due fusti di birra gentilmente offerti dal gigante
buono Andreone seppelliscono le inibizioni. Si levano i cori, piselli danzanti,
le mani tengono il ritmo ed i corpi si uniscono e scompaiono nel vapore denso
delle docce immergendosi in un’ appagata e molesta ritualità celebrativa.Si vince precari. Si vince ancora. E la scia positiva si
allunga e ci permette di rimanere lì, in alto, a lottare per qualcosa di più di
un campionato dignitoso, ma senza esaltarsi e con i piedi ben ancorati a terra.
….siamo e rimaniamo anomalia nello scenario malaticcio del piccolo grande
calcio moderno. Siamo e rimaniamo il progetto che rappresentiamo, quello di un
calcio sano, inclusivo, antirazzista, in cui la vittoria rappresenta un
desiderio e mai un obbligo ossessivo…siamo e rimaniamo Cenerentola e
continuiamo a percorrere sereni , uniti, sorridenti, il cammino verso la nostra
mezzanotte!
Forza precari avanti tutta!
di : S.Carbone
di : S.Carbone
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