
Dentro questa cornice, manco fosse un romanzo, le cose in
campo si mettono subito bene. All’8’ il portiere avversario, mosso da
un improvviso impulso masochista, passa la palla al mitico Gibbo che stoppa, guarda
la porta sguarnita e quasi incazzato per la facilità dell’ esecuzione sigla l’ 1 a 0
per noi. Il primo tempo è tutto qui perché loro spingono ma non pungono
e noi, invece di cercare altri gol, ci sediamo sopra il misero vantaggio e li
dormiam confusi fino al fischio arbitrale.
Il secondo si apre seguendo lo stesso copione. Tanta
confusione, poca qualità. Pance gonfie ,
gambe stanche e sguardi sperduti nel grigio del cielo che sembrano
chiedersi : che cosa ci faccio io qui? Al 15’ arriva la sveglia , il nostro Doc
Solmi, già ammonito, reagisce da terra ad un fallo
avversario. L arbitro vede ed estrae il giallo , ma non si accorge che è il
secondo e quando fischia per far riprendere il gioco scatta il putiferio
: versi scimmieschi si levano dalla panchina del San Michele ed in campo i giocatori fanno
capannello imbestialiti. Mi chiedo ogni domenica che cosa spinga un umano a scegliere la carriera arbitrale, mah!? Fatto sta che l’egregio è circondato e solo ,
il suo unico alleato? Il taccuino! Prende a scarabocchiarlo come uno di quei
pittori visionari che fuggono nei propri dipinti dalla collera degl’ eventi, In
attesa che il tempo sistemi le cose.
La partita riprende , siamo ancora in 11 e gl’ animi son più
che mai accesi. I supporter gettano a voce un po’ di forza nei nostri corpi
stremati e la squadra risponde. Prendiamo il pallino del gioco e creiamo
occasioni puntualmente sciupate davanti alla porta. Ci si mette pure il palo
colpito al 85’ dall’ ottimo Samuel ma è finita dai…! Guardo la
mano aperta dell’ egregio levarsi al cielo dal giallo fluo della sua vestaglia :
5 minuti di recupero, lunghissimi cazzo…li reggiamo bene fino all’ ultimo poi…
Calcio d’ angolo contro. La sfera attraversa l’ area ,
rimbalza qua e la fra ginocchia e stinchi pelosi per finire sui piedi di un
rinoceronte avversario che, appena sfiorato, si lascia cadere producendo un
tonfo degno dei suoi 100 kili. Attimi di silenzio e poi quel sibilo che non
vuoi sentire. L egregio indica il dischetto: calcio di rigore! Nella
mia testa scoppia la guerra ma le proteste sono inutili . l 11
del san Michele realizza spiazzando Andreone. Triplice fischio, finisce
in pareggio.
Ed io che avevo sognato un 4 a 1 bello limpido e già mi
preparavo a scrivere sulla bellezza del tradurre in campo i proclama alla
libertà di movimento urlati a gran voce sotto il tribunale . Troppo prefetto
per essere reale , troppo romanzesco il desiderio di incappare in qualche sogno
premonitore smentito puntualmente dalla realtà dei fatti. Non ci resta che applaudir gli spalti ,
riflettere sui nostri errori e digerir la delusione nel caldo e triste
ventre-spogliatoio per poi affrontare il terzo tempo senza drammi e tutti
assieme. Perché poi a pensarci bene, con tutto quello che ci sta succedendo
attorno , il risultato non è il male peggiore, le battaglie sono tante e sia
dentro che fuori dal campo, siamo già pronti a ripartire.
Forza precari, avanti tutta!
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