La
Polisportiva Sanprecario, con la Cooperativa GEA, il Quadrato Meticcio e ASSIST
- Associazione Italiana per i diritti delle atlete, ha partecipato a due giorni
di convegni presso l'Institut Nacional d'Educació Física de Catalunya
(INEFC), a Barcellona.
La città ci ha accolto con uno spirito guerriero. Dopo i 100
anni di carcere inflitti ai leader indipendentisti catalani, sono esplosi
scioperi, occupazioni e cortei di massa. Le sirene nella notte ci hanno
permesso di comprendere quanto grande fosse questa mobilitazione, che non
abbiamo direttamente incrociato nei nostri due giorni di permanenza.
Siamo arrivate verso le undici di martedi 15 ottobre e, dopo
la birretta di rito, siamo andate a dormire per prepararci a due giorni intensi
e pieni di spunti di riflessione su sport e diritti umani, inclusione e lotta
contro ogni discriminazione.
Mercoledi mattina ci siamo ritrovate in questo mondo
fantastico: l'università per lo sport di Barcellona è di fianco allo stadio
Olimpico ed è una struttura gigantesca con decine di campi interni per il
basket, il calcio a 5, il volley, la ginnastica e una parte esterna ancora più
imponente con campi da rugby, calcio, beach volley e chi più ne ha, più ne
metta. Un’abbondanza di spazi e campi ed un legame strutturale fra pratica
sportiva e formativa, a cui in Italia, purtroppo, non siamo proprio abituati.
Entriamo nell'aula predisposta per la prima giornata di
convegno, ci propongono un traduttore inglese-catalano e ci sediamo in attesa.
Ci rendiamo subito conto che la composizione è veramente eterogenea, le persone
arrivano da tutta Europa e non solo: ci sono rappresentanti del Sud Africa e di Haiti.
Il primo giorno di congresso è dedicato alla chiusura del
progetto PLAY (Peer Education, Leadeship, Action, Youth) finanziato
dall'Erasmus + Sport, che ha come partner associazioni provenienti da
Finlandia, Italia, Slovenia, Spagna e Inghilterra.
Nella prima metà delle giornata, dopo la presentazione del
progetto, ogni realtà ha mostrato il suo lavoro e sono state portate le
differenti esperienze internazionali che trattano di sport, educazione,
inclusione e volontariato.
Per l'Italia, oltre a una rappresentante del CONI, ha
parlato Luisa Rizzitelli per Assist, che ha zittito la platea dopo aver spiegato
come in Italia le atlete non hanno alcun diritto e sono, per legge, costrette
al dilettantismo sportivo.
Dopo la pausa pranzo, di cui tutti noi italiani eravamo poco
soddisfatti, ci siamo spostati all'interno di una delle enormi palestre
dell'Università e le realtà del progetto Play hanno presentato il proprio lavoro,
realizzato con i bambini, proponendo una
parte pratica dimostrativa a cui abbiamo partecipato attivamente.
Alla fine di questa lunga giornata ci siamo spostate verso
plaça d'Espanya, per fare una passeggiata e poi raggiungere il resto delle
persone ad un aperitivo organizzato post convegno. Ci siamo divisi, qualcuno ha
visto la Sagrada Familia, qualcun altro ha fatto un doppio aperitivo. Barcellona
offre luoghi quasi magici, che ci fanno dimenticare per un attimo la situazione
tesa in città.
La mattina arriva velocemente e ci muoviamo di nuovo verso
l'Università Sportiva di Barcellona.
Si parla di cooperazione internazionale, dello sport
all'interno di progetti di pace e vengono presentati i 5 tavoli che nel
pomeriggio discuteranno insieme alcuni temi: progettazione e progetti di
valutazione, metodologia, formazione, genere e reti/azioni internazionali e
politiche pubbliche.
Noi siamo iscritte al tavolo sul genere e c'è il nostro
poster che descrive la tesi "Gender and sport in discussion. a qualitative
research path with girls and boys from padua" a fianco di molte altre
realtà internazionali. Purtroppo dopo la
pausa pranzo dobbiamo partire, per arrivare in tempo all'aeroporto, ma Alice
Bruni, amica e rappresentante di GEA, presenta il poster per noi, riscuotendo
un discreto successo e anche qualche domanda.
Anche se in ritardo, per l'ora di cena siamo di nuovo a
Padova, con la testa piena di informazioni, di idee e di stimoli, con la
rinnovata consapevolezza dell’enorme potenziale di trasformazione sociale
legato alla pratica sportiva e la convinzione che la condivisione è una forza e
che solo insieme si può realmente cambiare qualcosa.
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