EASTAVOLTA
3
SANPRECARIO VOLLEY 2
Giovedì 11 Novembre
#bravomassimobravo”.
Così commentavo caustico nel fantastico e dorato mondo dei social circa un anno fa.
Big likes per me quel giorno, che ho subito devoluto in opere buone salvando ben tre web-gattini, poi uno dice la crisi dei valori...
“Che c’entra tutto ciò col volley?” si chiederà l’astuto lettore (e saccente, cazzo vuoi?! ndbez).
Niente in
particolare, ho solo trascritto la prima cosa che mi è venuta in mente pensando
a Cittadella. Se chiedete a Riki, per esempio, vi ripasserà con dovizia
di particolari tutto il calendario dei santi (e pure un paio di canti
gregoriani a scelta) da quando lo scorso anno un baldo autovelox s’è follemente
innamorato della sua targa, ampiamente ricambiato peraltro.
Stasera invece, per
completare l’opera, è andato a finire direttamente in ZTL. Martina mi assicura che la scossa di Ave Maria si è sentita fino a Monaco di
Baviera, e Silvia in trasferta napoletana conferma.
Ma
sto divagando.
Siamo
nella città muraria di cui sopra per affrontare l’ESTAVOLTA nella
seconda giornata del campionato.
La ciurma capitanata da Franci prevede Valeria,
Babi, Federica Baldan, Teresa e la partecipazione
straordinaria di Consu nell’inedito ruolo di libero, Riki, Michele
Boscagli, Efrem, Matteo D’Ettorre, Matteo Tagliati, Efrem,
Pasquale e il sottoscritto, più Dario alla sua prima convocazione.
Entriamo
carichi per il primo set ma confermiamo per l’ennesima volta di essere un
diesel a lenta carburazione.
Gli scambi iniziali sono improntati ad una
sostanziale parità, botta e risposta sono costanti. Ma dietro l’angolo ci
aspetta la rogna peggiore: il famigerato tunnel nella quale ci costringe
l’avversario, bloccandoci per una serie interminabile di punti.
Cerchiamo di
reagire con scarsi risultati, la testa si fa pesante e la frustrazione aumenta.
Riusciamo a spezzare il monologo dell’Estavolta, ma quando ci svegliamo ormai è
tardi. 25-15 per loro e primo set in malora.
Ed
ecco che nell’intervallo, mentre malediciamo il destino cinico e baro che ci fa
scazzare ogni volta il primo set, si squarciano le nubi e un fascio di luce ci
inonda: cori di angeli e cherubini si diffondono nell’aere e una voce possente
e baritonale ci intima: “Precari! Smettete orsù di cazzeggiare! In verità io
vi dico prenderete questo mikasa e da ora in poi dispenserete volley di
pregevole fattura come se non ci fosse un domani! E ora andate! E giù quelle
gambe!”.
I precari, a questo punto galvanizzati dall’incarico ricevuto direttamente dai piani alti, rientrano in campo con tutt’altra consapevolezza. Ed è subito volley champagne, anzi, prosecco! Pim, pum, pam e siamo avanti già 10 punti. Imponiamo un ritmo che definire marziale è riduttivo. Michele Boscagli è implacabile dal servizio e cecchina qualsiasi cosa capiti a tiro, compresi i due leocorni che non si vedevano da un po’, Valeria indirizza gli avversari al reparto “frutta e verdura” a prendere le castagne che lei stessa poi restituisce in abbondanza, Matteo emette schiacciate con e senza iva, Franci e Consu sono ovunque, a Pasquale tirano addosso di tutto e lui restituisce fragranti mozzarelle in carrozza fritte a puntino, con gli avversari estasiati che a fine partita gli chiedono pure la ricetta. Babi smista che manco le poste centrali, Efrem è in estasi mistica, mette punti su punti al grido di “Io ho visto la luce!!” mentre dalla panchina gli intoniamo frenetici gospel pregni di “Alleluia!”. 25-10 per noi! Troppa grazia, troppo tutto. Il rischio cazzata aleggia sopra di noi come un condor affamato.
Rientriamo
in campo per il terzo set e fortunatamente manteniamo il trend, ma l’avversario
ha assorbito il colpo e non ci rende la vita facile come prima. Il match ora è
spettacolare, le due squadre giocano senza costrizioni dando vita a momenti di
gioco emozionanti, come solo le migliori telenovelas
messicane sanno regalare. Babi
ad una certa mura un avversario che, sinceramente infatuato, allo scambio
successivo decide di mandarle un bacino a stampo dritto in faccia sotto forma
di pallonata. Ma lei, anche se sinceramente colpita, rifiuta pudìca il rude
approccio. Per non essere da meno, anche Efrem
e Michele decidono di farsi murare
da una donzella avversaria, ma solo e unicamente per imparare l’umiltà (diranno
poi a fine partita). Il tiratissimo set finisce 25-21 per noi, 2 set a 1 e ora
viene il difficile.
Il
quarto set si presenta decisivo: chiuderla sarebbe l’ideale coronamento della
serata, perderla ci porterebbe in parità con conseguente quinto set, con le
energie che vanno scemando e psicologicamente sarebbe una bella botta. Partiamo
bene ma il momento magico si sta esaurendo e quando cominciano le prime disattenzioni
l’avversario è lesto ad approfittarne. Finisce 25-16, stavolta per loro. Punto
e a capo, il match ce lo giochiamo tutto ora.
Arrivare
al quinto set è sempre una rogna, le energie fisiche e mentali vengono messe a
dura prova e basta il minimo errore per mandare tutto a ramengo. Solito
equilibrio iniziale, botte e risposte non si risparmiano, ma un paio di errori
nostri e qualche generosa interpretazione di un egregio altrimenti fiscalissimo
ci mettono in condizione di svantaggio. Sul match point per gli avversari siamo
sotto di 3 miseri punti: battuta loro, fischio dell’arbitro, fallo di posizione
nostro molto dubbio. Finisce così con una punta di amarezza una partita fino ad
allora splendida, che ci ha visto prevalere per buoni tratti e battagliare ad
armi pari per gli altri.
Ma non è nello stile precario piangersi addosso e
rispetto alla prima partita si son visti miglioramenti notevoli sul piano del
gioco. Torniamo da Cittadella con un bagaglio di cose belle da riproporre e
cose meno belle su cui lavorare. Tutti. Insieme. Oggi più che mai siamo
squadra, il resto verrà da sé.
Chi
ama lo sport odia il razzismo.
Adelante
Precari!
Bez La Grellia
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