EASTAVOLTA
3
SANPRECARIO VOLLEY 2
Giovedì 11 Novembre
#bravomassimobravo”.
Così commentavo caustico nel fantastico e dorato mondo dei social circa un anno fa.
Big likes per me quel giorno, che ho subito devoluto in opere buone salvando ben tre web-gattini, poi uno dice la crisi dei valori...
“Che c’entra tutto ciò col volley?” si chiederà l’astuto lettore (e saccente, cazzo vuoi?! ndbez).
Niente in
particolare, ho solo trascritto la prima cosa che mi è venuta in mente pensando
a Cittadella. Se chiedete a Riki, per esempio, vi ripasserà con dovizia
di particolari tutto il calendario dei santi (e pure un paio di canti
gregoriani a scelta) da quando lo scorso anno un baldo autovelox s’è follemente
innamorato della sua targa, ampiamente ricambiato peraltro.
Stasera invece, per
completare l’opera, è andato a finire direttamente in ZTL. Martina mi assicura che la scossa di Ave Maria si è sentita fino a Monaco di
Baviera, e Silvia in trasferta napoletana conferma.
Ma
sto divagando.
Siamo
nella città muraria di cui sopra per affrontare l’ESTAVOLTA nella
seconda giornata del campionato.


Gli scambi iniziali sono improntati ad una
sostanziale parità, botta e risposta sono costanti. Ma dietro l’angolo ci
aspetta la rogna peggiore: il famigerato tunnel nella quale ci costringe
l’avversario, bloccandoci per una serie interminabile di punti.
Cerchiamo di
reagire con scarsi risultati, la testa si fa pesante e la frustrazione aumenta.
Riusciamo a spezzare il monologo dell’Estavolta, ma quando ci svegliamo ormai è
tardi. 25-15 per loro e primo set in malora.
Ed
ecco che nell’intervallo, mentre malediciamo il destino cinico e baro che ci fa
scazzare ogni volta il primo set, si squarciano le nubi e un fascio di luce ci
inonda: cori di angeli e cherubini si diffondono nell’aere e una voce possente
e baritonale ci intima: “Precari! Smettete orsù di cazzeggiare! In verità io
vi dico prenderete questo mikasa e da ora in poi dispenserete volley di
pregevole fattura come se non ci fosse un domani! E ora andate! E giù quelle
gambe!”.
I precari, a questo punto galvanizzati dall’incarico ricevuto direttamente dai piani alti, rientrano in campo con tutt’altra consapevolezza. Ed è subito volley champagne, anzi, prosecco! Pim, pum, pam e siamo avanti già 10 punti. Imponiamo un ritmo che definire marziale è riduttivo. Michele Boscagli è implacabile dal servizio e cecchina qualsiasi cosa capiti a tiro, compresi i due leocorni che non si vedevano da un po’, Valeria indirizza gli avversari al reparto “frutta e verdura” a prendere le castagne che lei stessa poi restituisce in abbondanza, Matteo emette schiacciate con e senza iva, Franci e Consu sono ovunque, a Pasquale tirano addosso di tutto e lui restituisce fragranti mozzarelle in carrozza fritte a puntino, con gli avversari estasiati che a fine partita gli chiedono pure la ricetta. Babi smista che manco le poste centrali, Efrem è in estasi mistica, mette punti su punti al grido di “Io ho visto la luce!!” mentre dalla panchina gli intoniamo frenetici gospel pregni di “Alleluia!”. 25-10 per noi! Troppa grazia, troppo tutto. Il rischio cazzata aleggia sopra di noi come un condor affamato.

Il
quarto set si presenta decisivo: chiuderla sarebbe l’ideale coronamento della
serata, perderla ci porterebbe in parità con conseguente quinto set, con le
energie che vanno scemando e psicologicamente sarebbe una bella botta. Partiamo
bene ma il momento magico si sta esaurendo e quando cominciano le prime disattenzioni
l’avversario è lesto ad approfittarne. Finisce 25-16, stavolta per loro. Punto
e a capo, il match ce lo giochiamo tutto ora.


Chi
ama lo sport odia il razzismo.
Adelante
Precari!
Bez La Grellia
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