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martedì 11 ottobre 2016

BALLA CHE TI PASSA...

testo: Leonardo Pilla 
immagini: Vale Belluno

No, non è tornato John Travolta sul set cinematografico nelle vesti di dorato ballerino dopato. Balla che ti passa, secondo il linguaggio metaforico rappresenta in una sola frase la nostra domenica calcistica. Contestualizzando si può scorgere la trama del lungo week-end appena concluso.
Passo indietro....
VENERDI' sera, l’aria è fresca, brezza quasi fredda. Basta coprirsi a sufficienza, due pedalate ben assestate e ci si scalda in fretta. In fretta si arriva in Porteo, direzione Palestra Popolare Galeano. Scritta gigantesca mentre chiudo la bici, prima rampa di scale, la palestra appena sistemata luccica di nuovo, il ring a spadroneggiare. La stagione ed i corsi stanno per iniziare! Salendo le scalette che portano sul tetto si sente il calore dei  fioi che scalda. C’è la musica, la griglia cucina, si balla e si beve. Siamo in tantissimi, sembra tutto magico. Scambi di teorie sui massimi sistemi del mondo tra una bevuta e un’altra, la serata è ancora lunga.



SABATO pomeriggio. Cielo coperto da una coltre di nuvole grigie, un grigio quasi opprimente.

Proprio mentre pian piano ci si abitua alla metereo-depressione, esce lui con un raggio lungo. Mi fermo a riflettere quante forme può assumere, esplosione di vita, raggio di gioia, sorprendente crocevia di un pianeta così grande e così diverso. H. 18.00 arriviamo in quartiere Palestro, al campo di Via Dottesio, ospiti di A.S.D. Patavium 2003 e dell’ ASD Quadrato Meticcio Football. Una giornata di sport con gli stessi valori a fare da comune denominatore: lo sport per tutti, lo sport che unisce. I ragazzini brandiscono le mazze da hockey colorate e corrono dietro la pallina sul campetto strappato a parcheggio per le auto. Colata di cemento in meno e più fiato per respirare, luogo simbolo di un quartiere che di meticcio ha davvero tanto. Finito con l’hockey merenda per tutti i bimbi e anche i più grandi sorseggiano un’aperitivo. Nel frattempo arrivano precari di ogni tipo: giocatori, ex-giocatori o presunti tali, sostenitori, amici e vicini di casa. Il precario si distingue anche in trasferta e bisogna dire che qui ci sentiamo come a casa. Facce sorridenti, scambi di idee, ci conosciamo e condividiamo propositi futuri. Poi scatta il match di esibizione: Quadrato – Sanpre.

Tutti insieme per una foto di gruppo e poi via a correre sulla fascia, saltare di testa in mezzo all’area, a cercare il diagonale che perfori la difesa avversaria. Bella gara, molto equilibrio in campo e tanta sportività, come consuetudine. Solo nel finale la spunteranno i precari per 2-1. Il risultato non conta. Ciò che conta sono i valori in gioco e le facce contente di questi ragazzi che trovano gioia nel correre dietro la palla che rotola e anche solo questo riempie il cuore. Ancora una volta.
Si fa tardi e cala la notte. Dopo la doccia calda ci dividiamo a metà, chi va a ballare tutto il ballabile al Pedro e chi invece si scalda in piazza con l’ultimo rosso ad accompagnare una suonata tra amici che diventa buonanotte. Domani si gioca e bisogna riposare bene. Motivo in più? Dicono che il Brusegana sia avversario temibile.


























DOMENICA.
Si torna a Voltabarozzo, si torna al Franceschini. Speriamo che stavolta ci porti bene. Strizzata di palle a centrocampo e dritti a cambiarsi. Mister Arlen trova come al solito le giuste parole per caricarci. Oggi il Rasta non c’è, 
fa nulla, gli racconteremo quando torna a casa ciò che siamo capaci di fare in campo! Plotone compatto si cambia in dieci minuti netti e schizza in campo per il riscaldamento. Siamo usciti prima degli avversari e stiamo già correndo, in silenzio. Presagio. La concentrazione è ai giusti livelli, la cosa mi carica ulteriormente, non vedo l’ora di scendere in campo. In cerchio tiriamo i muscoli un po’ induriti, ci fissiamo negli occhi, c’è convinzione. C’è anche un cielo che ha un colore misto tra il grigio e il petrolio. Altro presagio.



Si torna dentro per l’appello e dopo ventisette minuti e ventinove secondi si torna in campo per giocare. Altri dodici minuti e quindici secondi per controllare le porte prima di cominciare. Ah no scusa.. nella porta infondo c’è un centimetro e mezzo di buco nella rete che va immediatamente riparato. Poi iniziamo davvero, parola di lupetto!! Marco fa da scaletta a Rava e in tre minuti e quarantacinque la porta è di nuovo in sesto. Ciccio sulla fascia si fa sostenere dalla bandiera guardialinea. C’è il Pres senza lacci delle scarpe ma almeno è tutto a posto. L’arbitro fischia mentre tutti stavamo perdendo le speranze e finalmente si comincia.

Con il ritardo più lungo registrato dal 1979 ad oggi in tutte le terze categorie del nord-est, inizia la partita. Sempre per la serie “record d’annata” si registra il primo tempo più noioso degli ultimi cinque anni. Ritmi blandi a dir poco, qualche staffilata del numero 3 avversario che cerca i suoi esterni con dei cambi di campo notevoli di lode. Poi sempre il 3 la prende bene di testa su cross dalla tre-quarti e timbra la traversa. Nient’altro da segnalare.

Torniamo in campo per il secondo round convinti di poter continuare a subire poco e di poter  pungere con trame palla a terra, vista la possente stazza degli avversari. Infatti dopo 5’ siamo sotto: ancora cross dalla tre-quarti, la palla sbatte a terra e attraversa tutta l’area. Di rapina giunge il 9 avversario che di testa la infila da due passi. Gol da polli e 0-1.

Nemmeno il tempo di reagire e altra situazione da “record d’annata”: l’11 avversario scappa verso la porta, Carmine gli si appoggia con eleganza senza frapporre il peso del corpo e senza utilizzare le mani. Il tipo cade a terra come un pero cade dall’albero. Tutto nella norma. Come direbbero a Brusegana: alzati e cammina. Invece no! Il lupetto di giornata fischia rigore. Lui l’ha visto e tutti gli altri no. Anche lo stesso attaccante avversario ammette che non era fallo. Va bene, avanti lo stesso. Sul dischetto sempre il 3. Primo fischio: pallone a dx e portiere a sx: gol. No! Da ripetere dice lupetto. Secondo fischio: pallone a dx e portiere a sx: gol. No! Da ripetere dice lupetto. Tutti guardiamo Rava e con sguardi perpetuanti gli indichiamo con la testa di tuffarsi a dx. Terzo fischio: pallone a dx e Rava ancora a sx: gol. Terzo tentativo e terzo gol, questa volta viene convalidato.
Pazzesco. Il tutto scivola come olio che scorre su tavola in pendenza. 





















Girandola di cambi ma non succede più nulla. Solo verso la fine facciamo in tempo a prendere il terzo in perfetto stile "ultimi 10 minuti". Tiro, deviazione con la punta  del piede ma la palla si infila lo stesso in rete: 0-3 e tutti sotto la doccia.

Poi come al solito il nostro lungo e calorosissimo Terzo Tempo. Passi il gioco di parole.. qui non si battono altri calci di rigore.  Avversari ed arbitro invitati e non pervenuti, non sanno cosa si sono persi!! Si conclude con l’amaro in bocca il ritorno al Franceschini. Solo in serata ci rifaremo al Fistomba. Tra una ballata, un sorriso ed una abbraccio collettivo la consapevolezza che tutto questo ha un significato. Il corpo è unico ma è fatto di tante teste. La sensazione di addormentarsi insieme con il sorriso stampato ripaga di ogni sforzo o sconfitta sul campo. Il cammino è lungo ma la strada è ben delineata. Poi se Oba mette i dischi… Buonanotte, buonanotte, buonanotte…
L'appuntamento è a Sabato 15 Ottobre, dalle h. 14.00 in poi, al PalaUISP di Via Lucca per la WELCOME CUP - WE WANT TO PLAY, per una giornata di sport, musica e cultura contro ogni forma di razzismo e discriminazione.

Link Evento: Welcome cup - We Want To Play
L'album della partita lo puoi trovi al link: San Precario - Brusegana

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