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domenica 27 marzo 2016

GUSTA TUTTA LA SOFFERENZA

È un anno complesso. Inutile nasconderlo. La prima avventura della SaNpre in seconda è impegnativa e lo sapevamo tutti. Come visionari avevamo previsto l’effetto della pressione sulle nostre inesperte testoline. Salvezza: gravosa missione per chi non è abituato a giocare con addosso l’ossessione della vittoria. Il filotto negativo in cui siamo incappati dura oramai da 4 partite. E sconfitta dopo sconfitta la fiducia vola ruffiana verso lidi più sereni. Ma nulla è perduto ed oggi abbiamo un’altra opportunità per appagar la fame e portare il sorriso nella nostra baia di pirati. Giochiamo in notturna il che ci ha sempre portato bene perché i postumi hanno il tempo che gli serve per svanire. Perché il buio della sera nasconde un po’ le cose come stanno e lascia spazio ai desideri, al come vorresti che fossero.

20.45. Striscioni esposti e squadre schierate!  L’egregio fluorescente si prepara al fischio d’inizio. Davanti a noi il Brentelle. "E’ una squadra pisellabile…la partita è alla portata!".Nemmeno il tempo di pensarlo e perdiamo palla in ripartenza. L’11 rivale che è alto 3 metri e 36, galoppa come un antilope sulla sinistra, arriva davanti alla sacra porta e buca senza pietà. E’ 1 a 0. Un colpo che fa male più che altro alla psiche. Reagiamo con tutta la voglia che abbiamo in corpo e tutta la confusione che abbiamo nella testa. Un mix perfetto … per prendere un altro gol. Sarà circa il 15’. Lancio lungo. Riceve la punta avversaria che dribbla un paio dei nostri e tira una siluro che sbatte a terra, rimbalza infame e si infila fra il palo e le manone di Spider Frank. Surreale l’atmosfera che segue la rete. Nessuno esulta, nessuno si dispera. Il totale silenzio è presagio di una serata che è cominciata male ed è destinata a terminare molto peggio. Sui corpi in difficoltà la gravità pesa tre volte. Le gambe rallentano, le teste cercano vie di fuga. Eleganza Carmine dolorante è costretto a lasciare. Al suo posto finocchiona Fierli nazionale. Ma la squadra è disunita. La lotta è solitaria. Il fischio di fine tempo sa di fine primo round e prima di sederci all’angolo in attesa di ghiaccio ed acqua fredda, facciamo pure in tempo a prendere il terzo gol. Buio.



Tana. Silenzio. Spogliatoio. La delusione si legge vivida nei volti dei compagni. Mister Cerilli e giro di grappa Arlen provano a tirarci su. Ci proviamo pure noi alzando la testa, unendo gli sguardi. Qualcuno pensa a come limitare i danni, qualcun altro ancora spera che la partita si possa recuperare.

Intanto Vitto si ferma per un dolore alla caviglia. Fuori a scaldarsi Franchecco, Vintage e Giacomino danno forfait uno dopo l’altro.  Cominciamo la ripresa in 10. Poco dopo ad entrare è nonchalance Ciccio, grande ritorno, fuori dai pali. Ciò che conta è che il copione non cambia. A sprazzi di gioco ottenuti con il massimo dello sforzo ed il minimo del risultato, alterniamo dolorose imbarcate collettive. Tocca risparmiar la cronaca della ripresa anche visti gli innumerevoli cippi che, causa sofferenza, già riposano nel posacenere affianco al pc. Basti dire che la sfida termina senza recupero. Il risultato finale è un 6 a 0 tondo tondo e l’unica fortuna è che non c’è un calcetto sennò ci toccava pure passare sotto.    

Era il secondo anno di SanPre. Alla guida di mister Bottaro un'armata Brancaleone si confrontava con squadre belle e fatte, educate al gioco, al sacrificio, alla fatica.  Contro ogni aspettativa ci mettemmo a scalare la classifica e vittoria dopo vittoria ci ritrovammo in testa. Sbarazzini e sorridenti, leggeri come piume, facevamo cose di cui nessuno ci credeva capaci. L’errore fu guardare in basso. Vertigini. Il peso di una missione da raggiungere per forza e tac, in un attimo si rompe l’incantesimo, si perde il filo rosso. Le cose forzate a noi randagi non piacciono per niente. La consapevolezza a noi incoscienti a volte appare malattia. Non vincemmo più una gara e ci ritrovammo, alla fine della stagione, di un punto fuori dai play-off.

Ora con le dovute differenze siamo ancora lì. C’è una missione: la salvezza e due modi di raggiungerla. Da un lato trasformare la vittoria in ossessione da appagare ad ogni costo con il rischio di farsi schiacciare dal suo peso. Dall’ altro lavorare per vincere, ma entrare in campo sereni, uniti spazzando in un sorriso tutta l’ansia che ora come ora ci attanaglia, così da tornare leggeri, irriverenti, precari. E questo non vuole dire certo che l’importante d’ora in poi è partecipare, ma che al contrario bisogna ricalibrare la bussola e ricordar chi siamo per ottenere i punti che ci servono. A farlo per primi ci pensano i supporter che incuranti del cappotto producono un applauso che fa venir la pelle d’oca ed indica la strada.  E’ quando si è in difficoltà che si stringono i cordoni e si fa squadra. E quando si fa squadra i ceffoni arrivano lo stesso ma fanno meno male perché affianco c’è un compagno ad attutirli.  Torniamo in campo con l’umiltà che caratterizza chi come noi, nel mondo del calcio, è cenerentola. Torniamo in campo prima di tutto per giocare, ricominciando a guardare al pallone per divertire e divertirci al di là di ogni risultato. Devoti al valore anomalo di un progetto che va molto oltre il terreno di gioco. Amanti  della bellezza semplice di questo sport. In fondo è questo ciò che siamo e fuori di questo non siamo nulla! Daje precari che nulla è perduto!






IL COMMENTO DI MISTER CERILLI

"Nulla è perduto per lo meno fino alle partite di play out che ora sono oramai inevitabili. Bisogna però arrivarci preparati dal punto di vista sia fisico che psicologico e per quanto ho visto le ultime prestazioni non prevedono nulla di buono. Mi auguro che saremo capaci di rimetterci in riga. Ritornare alla forma che avevamo in un certo periodo di campionato in cui giocavamo bene . Ora mi sembra che non siamo più noi e credo si debba recuperare appieno lo spirito di attaccamento a questa maglia. Senza di quello non si va da nessuna parte! Staremo a vedere..."  


Grazie alla mitica Vale per le foto! Appuntamento a Domenica 3 Aprile per la sfida contro i Due Monti Abano. 


Sempre SanPre!

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