Domenica 1 Novembre. La festa di tutti i Santi ma
soprattutto del santo nostro. Ce ne andiamo alla sacra ad affrontare la nona di
questo torneo che è beffardo e non ti perdona niente. Vaghiamo ancora in cerca
di vittoria immersi dentro tanta voglia, ma anche un poco di paura che a tratti
inibisce l’estro, appesantisce la gamba pelosa ed attrae la sfiga che aleggia nell’ aria
in attesa di carne fresca da gabbare. Ma passerà, ne siamo convinti! Ce lo
comunica la calma con cui mister Cerilli distribuisce ruoli, compiti e battute e
pure la serenità dipinta addosso a giro di grappa Arlen che poi, a ben guardare, più
che serenità è torpore. 14.30. Il sole irride le squadre
schierate al centro di un campo piccolo e brutto. Supporter precari già
carichi ad un passo dalla vecchia rete. Corpi stretti e teste alte. Poi il
fischio che da il via alle ostilità. Sacra famiglia - San Precario è cominciata.

Tana. Casa. Spogliatoio. Odore tipico, sgradevole,
immensamente familiare. Ognuno è impegnato a recuperare le forze tramite una
ritualità sviluppata in anni di disagio, fatica ed illazioni sul proprio stato
di salute. Banana, miele, caramelle. Corpi stesi e gambe nude sulle panche.
Schiaffi in faccia ed acqua gelida fra le mutande. Qualcuno semplicemente sta
in silenzio…respira…attende le indicazioni di mister Cerilli sciarpato saNpre per l’occasione. Il quarto
d’ora vola. Vorrei che fosse la fine e invece no. Ci attendono altri 45 minuti
e nessuno, nemmeno il capo dei visionari, sarebbe in grado di prevedere come li
affronteranno i cervelli precari.
Si riparte sopra un terreno che gibboso è dir poco, tanto
che nemmeno capitan pizzo rock e i suoi tacchetti autofilettanti da 20 sono in
grado di mantenere l’equilibrio. Cominciamo dignitosamente sfiorando pure il
gol, poi il misto fra la foga dei rivali e la nostra inesperienza produce il
black out. Al 15’ il 9 si invola verso la porta, ma l’ottimo nonchalance Ciccio
di giornata gli chiude lo specchio. Al 18’ il copione si ripete stavolta a
salvare è il guerriero Peppe Zizza. Al 20’ prendiamo gol. 2 a 1 e tutta una
vita davanti… Proviamo a reagire ma abbiamo smarrito i segreti di quella
delicata magia collettiva che è l’equilibrio di una squadra e subiamo il secondo gol al 28’ su calcio di rigore. Il pareggio sancisce
l’inizio del caos. In campo si gioca un gioco che somiglia al calcio solo per
la forma del pallone e per gli improperi che da sempre colorano la storia di
questo sport. La sfera è lanciata a cappella da un portiere all’altro mentre sotto di essa si consuma una jungla
fatta di corpi che ringhiano e si abbracciano sospesi a metà fra violenza e
piacere.
Quando al 33’ Tega viene espulso per entrata alla tekken, oramai tuttosembra perduto. Siamo sul fondo, ma lì troviam le
forze per reagire. In 10 contro 11, sull’orlo di una crisi di nervi, comincia
inaspettata una seconda carica precaria sospinta dai supporter, dai kilometri
che Arlen ci ha gettato nelle gambe, dalle forze fresche di vivacità Viegi e
dello sbarbatissimo Ettore D’ettore sulla destra. Una carica che ci conduce a
cercare il gol della vittoria come fosse cibo per affamati…fino alla fine….fino
a quando, al 90’ l’estremo famiglia inciampa e fracassa goffo al suolo regalando
palla a Vince. L’ariete scatta, lo supera e viene steso. Il braccio rigido
dell’egregio indica lui, calcio di rigore. Sul dischetto il cavaliere. Attimi
immobili poi la rincorsa…il tiro è un colpo di biliardo, rade l’erba veloce,
supera i guantoni e poi sbatte sul palo. Sento il tonfo di diversi supporter
sugli spalti. Mister Franco pronuncia formule irripetibili, ma non c’è tempo per distrarsi. Eleganza Carmine recupera al centro e passa a Michè , che lancia
Franchecco in fascia. Quello estrae dal cilindro le ultime forze, si infila in
area e tira, ma la sfera è bloccata dal portiere.
Emozione. Confusione. Triplice fischio! In panchina ci
guadiamo perplessi. "Che cazzo è successo? Boh!!!". A riprenderci sono gli
applausi dei supporter, folta ciurma di pirati e sognatori. Sempre bello
riempire del nostro stile le tribune rivali, alla Sacra lo è ancora di più!Finisce due a due questa incredibile sfida, che ci insegna
nel bene e nel male di che cosa è capace questa squadra che ha metà anima bella
e vincente e l’altra metà ancora bimba. Siamo assieme musicisti e cani randagi e
dobbiamo imparare a danzare con i limiti e i pregi della nostra natura. La
passione e la fame indicheranno la strada, sarà sufficiente percorrerla assieme
con il nostro stile cucito addosso ed un fiero sorriso sulle labbra! Avanti
precari! Verso la salvezza!!!
IL COMMENTO DI MISTER CERILLI

Appuntamento a Domenica prossima per la 10 fra le incantate mura dello stadio Appiani! San Precario - Esedra Don Bosco
Supporta Precario!!
Immagini: Vale
Testo: Uarbo
L'album fotografico completo della sfida lo trovi al link: Sacra Famiglia - San Precario
Testo: Uarbo
L'album fotografico completo della sfida lo trovi al link: Sacra Famiglia - San Precario
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