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martedì 24 novembre 2015

COMUNQUE VADA… E’ GIA’ UN SUCCESSO!

di Leo Pilla

Finalmente è domenica. Alle spalle il carico emotivo di una settimana che ha certamente lasciato il segno. Nella testa rimbombano i commenti che hanno riempito questi giorni, si è giunti a un punto di non ritorno.  Un bombardamento mediatico frivolo che ha il sapore della beffa. Nel marasma  è difficile riuscire a fare un’analisi che possa costruire anzichè disintegrare ogni speranza contro il muro dell’odio appositamente costruito. Muro fondato su basi solide e ben radicate in basso, dove il nero regna sovrano e il terreno è fertile per crescere i fiori del male.
Sarò fatto strano, ma in questo clima arrivo al campo di gioco più tranquillo del solito e sento meno la tensione pre-partita. La giornata è fredda e manco a dirlo, è uscito il sole.
Arrivo in ritardo causa lavoro, ma in tempo utile per fare parte della ciurma. Non c’è tempo per saggiare il terreno di gioco ma vista la pioggia di ieri è sicuramente da sei, infatti il Cap conferma. La Maci raccoglie i documenti, ci siamo quasi, arriva anche quello di Ciccio, quindi ci siamo tutti. Il Mister legge la formazione, che presenta diverse novità. Ci sono anch’io dall’inizio e gli occhi si trasformano immediatamente in quelli della tigre. Consigli e motivazioni trasmesse da chi di calcio ne sa a palate, il che ci rassicura come sempre. Poi ci cambiamo per prepararci a fare la guerra! Sarà il giorno della svolta? Io ci credo. Il riscaldamento al Monti è denso e la concentrazione aleggia tra i precari. Ultimi passaggi sul terreno di gioco dell’Appiani, gli spalti cominciano a popolarsi. Tega mette roba ed in perfetta sintonia con i Rage Against the Machine cominciamo a caricarci.


Aspettando l’arbitro per l’appello mi ritrovo in pace assoluta. Mi viene in mente la prima volta che indossai la maglia della Sanpre, era un’amichevole pre-campionato. Avevo addosso quella stessa maglia bianca, sulle spalle lo stesso numero 2, nel cuore un’emozione che non scorderò mai. Si giocava di sera, a Pontevigodarzare, dove ci siamo allenati per qualche tempo, contro il San Carlo. Sulla fascia a fare da guardialinee il mitico Toni Barbato, che mai dimenticheremo, uno dei nostri.

Come detto, oggi tante novità: in porta Ravaglia che debutta con la Sanpre. Linea a 4 in difesa: da dx a sx ZizzaPillaFerrariMainente. Centrocampo inedito nella sua parte alta, dove troviamo Panzuto Panzella , Vj oppure Viegi, Vigi o Dj all’occorrenza e Uarbone, mai così in forma dai tempi del Rio. Dietro a loro, a fare i players davanti alla difesa c’è tutta l’esperienza e la saggezza di Billy detto Bindi e dell’orator Fierli. Davanti a tutti, a fare da boa, Ortolino Ortolan.


H. 14.30, inizia SAN PRECARIO – DUE MONTI ABANO. Giuste dosi di spensieratezza e concentrazione fuse insieme possono creare la tensione ideale da portarsi in campo, infatti ingraniamo da subito le giuste marce, il motore gira e stiamo bene. Nella prima mezz’ora maciniamo gioco, senza renderci tuttavia troppo pericolosi, manca il guizzo negli ultimi 20-30 metri. Dietro non soffriamo neanche troppo. La partita non si sblocca e verso il finale di tempo rischiamo di prenderne uno, ma il buon Ravaglia fa guardia della sacra porta e balza come un gatto sul palo di riferimento per respingere il colpo a botta sicura dell’11 avversario. In successione ci provano Panz con destro centrale e Vj con rasoterra a lato, ma con scarsa fortuna.
Negli spogliatoi il mister dispensa fiducia ed inietta la carica giusta per sbloccarla, poi esce. Noi ci guardiamo convinti che andremo a cambiare la storia del match. Infatti nel giro di pochi minuti prendiamo il campo, i Supporters cominciano a cantare e ci spingono sempre di più. Me ne capita una sulla testa, ma il difensore la sfiora all’ultimo e non riesco ad indirizzarla bene in precario equilibrio. Al quarto d’ora entra Perro per Vj e il talento si fa subito spazio tra le linee difensive avversarie, scombinando i piani. Un paio di serpentine da brivido prima di trovare lo scambio vincente con Panzu per far esplodere il sinistro in diagonale. E' 1-0! La tribuna si infiamma.

Occhio a non sbandare raga! Si continua a cantare, fioccano di seguito numerose potenziali occasioni ma non raddoppiamo. Le vibrazioni in campo sono buone, stiamo tenendo le redini del gioco e oggi pare sia la giornata giusta, finchè… 35’, punizione per loro dai 25 metri, calciata forte e angolata dal neo entrato, che dicono sia uno specialista: la palla sbatte sulla traversa e si inpenna creando una parabola che sconsacra le leggi della fisica, infatti invece di uscire galleggia incredibilmente sulla linea di porta, perfetta per essere appoggiata dentro dal 10 avversario. Di nuovo parità, 1-1. L’incubo riappare. Non molliamo, c’è ancora tempo per segnare. Entrano anche Vintage e Marco Conti. Passano altri 5 minuti e accade il fattaccio. La First giura che l’azione che porta al calcio d’angolo era viziata da un fuorigioco e visto che la first dice sempre la verità, "maledetta" sia la sfiga che oggi ci perseguita... perchè l'arbitro non se ne accorge. Battuta tesa, Panz rinvia di testa come riesce, la palla ballonzola sul limite dell’area quando il 4 fa partire un destro terra aria che mi sfiora la faccia e si infila sotto la traversa. 1-2. L’incubo assume forme reali. Dalla gloria all’inferno nel giro di cinque minuti. Botta tremenda, l’ennesima. Fatichiamo a riprenderci. Dovrebbero mancare circa 10 minuti con il recupero, quindi dobbiamo provarci.
Ci riversiamo con tutte le forze rimaste nella loro metà campo ma le speranze si infrangono prima sul palo (gran sinistro dal limite di Bindi che fa palo-schiena del portiere ed incredibilmente esce) e poi a lato (destro a giro di Perro all’ultimo respiro che si spegne sul fondo).
Triplice fischio. I supporters ci consolano.
Succede che non si trova il risultato anche se ci proviamo in tutti i modi. Si gioca, si tiene il campo egregiamente, si mantiene il pallino della situazione durante praticamente tutta la gara. Poi nel giro di cinque minuti ne prendi due, due episodi, due disattenzioni, due sbavature dentro ad una partita obiettivamente ben giocata. E’ difficile rialzare la testa in spogliatoio dopo un’altra partita così intensa, l’ennesima che non porta punti. Poi, consapevoli di aver dato tutto, raggiungiamo i compagni nell’atrio dell’Appiani. Lì inizia il Terzo Tempo, lì comincia la nostra domenica, lì continua la gioia di stare insieme, la voglia di continuare a trovarsi, la consapevolezza di continuare a crederci, prima o poi i risultati arrivano. Anche se in questo momento raccogliamo meno di quello che seminiamo, certamente viviamo di certezze tutt’intorno. Il gruppo c’è, la società manco a dirlo, il mister perfettamente integrato, i supporters ci sono vicini e capiscono il momento di difficoltà.
Ci troviamo a guardarci, attoniti, poi Fak attacca il pezzo, il nostro inno: “You’ll never walk alone” suona Gerry and the Pacemakers. Sciarpe tese, abbracci infiniti, cantiamo insieme, un corpo unico, tanti sorrisi. Momenti come questo valgono da soli il prezzo del biglietto. Il biglietto per chi gioca, per chi allena, per chi viene a tifare la domenica, per chi lavora per tutto questo. Costruito con il sacrificio e la fatica durante la settimana.



Anni fa non avrei mai pensato di giocare a calcio in queste categorie e di sentirmi cucito addosso i colori che porto. I colori di una squadra, ma non solo. L’amore per il calcio che supera il verdetto del campo. Che se ne dica, è motivo di orgoglio sapere che il nostro progetto Sanprecario  andrà avanti comunque, anche non dovessero arrivare mai i risultati che meritiamo. Perché quello che stiamo costruendo è qualcosa di più, destinato a rimanere indelebile nelle pieghe di questa città e destinato ad assumere forme sempre diverse nei cuori di tante persone.



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