di Leo Pilla
Squilla il telefono che fa da sveglia, apro un occhio, è
Tega: “Pronto!”, “Svegliaaaaaaaa!!! Siamo in Secondaaaaaaaa!!!”. L’urlo mi
rimbomba nel timpano come un tuono, mi alzo di scatto e chiedo: “Perché??! Chi
l’ha detto??!! Non era uscito ieri il comunicato??”. Urlo di esultanza con un
mio fratello precario, uno che come altri della famiglia ha atteso e bramato
per raggiungere questo obbiettivo. Poi mi ritrovo inginocchiato e sorridente in
cucina, guardo fuori dalla finestra e penso che quel risveglio non l’avrei
facilmente dimenticato, così come questa data, storica per la POLISPORTIVA SANPRECARIO.
Salto di 24 h, tralascio il resto della giornata, della
serata e della nottata, fatta di sorrisi, abbracci, cori, sudore, alcol a fiumi
e balli vorticosi fino all’alba, il tutto condito da speranze, sogni, illusioni
per la stagione che verrà… l’anno prossimo giochiamo in SECONDA CATEGORIA!!
VENERDI’ 17-07-15, h.15.36

Dal terzo caffè in poi, un po’ più lucido, torna il sorriso
stampato sulle labbra di chi sente che si è avverato un sogno.
D’altronde per partecipare ai campionati bisogna cominciare
ad allenarsi ad agosto, farlo durante tutto l’anno fino a maggio, ogni martedì
e giovedì, pioggia, sole, neve e rendersi
disponibili al progetto a cui si è deciso di aderire. Insomma ti diverti ma ti
fai anche in quattro, rispettando le regole di partecipazione al campionato,
che prevede una lauta somma di denaro per iscriversi e prevede di presentarsi
ogni domenica alle partite. Noi lo facciamo sempre insieme ai nostri amati
SUPPORTERS!
Si, le regole le abbiamo sempre rispettate, così come
avversari ed istituzioni di turno, a volte ingoiando qualche rospo, a volte trattenendo
a denti stretti la rabbia, magari per un rigore non fischiato proprio sul
finale di gara, proprio in finale play-off. A proposito, arrivare terzi o
quarti in campionato e giocarsi le finali play-off, così come negli ultimi due
anni, non è nulla di scontato… quindi se la regola dice RIPESCATI=PROMOSSI, con
il benemerito dubbio che si possa trattare di un’antitesi, credo si possa
andare comunque fieri della promozione, fine della morale.
Assorbita la realtà, la mente si sposta su un’altra novità,
che ha portato una ventata di entusiasmo in casa precaria. Un tassello si
aggiunge alla famiglia che allarga sempre di più i suoi orizzonti; si tratta
del nuovo allenatore, Franco Cerilli. E’ notizia recente il suo arrivo in granata,
ieri il presidente ci ha raccontato che voleva esserci a tutti i costi a
festeggiare con i PRECARI, ma che a causa di un impegno improrogabile non è
potuto scendere a Padova. Ci siamo proprio appena conosciuti con la
squadra, la scorsa settimana a cena;
prima personale impressione è di una persona che parla poco ma che quando lo fa
sa cosa dire, che sprigiona calcio da
tutti i pori.
Mi incuriosisce conoscere meglio il suo amarcord e mi
cimento in una ricerca in internet, guidato dalla passione calcistica che mi
accompagna fin da quando ero bambino. Penso a Cerilli e mi viene in mente il
Padova; ad esempio mia madre non segue il calcio ma si ricorda di Cerilli!
Io invece ho qualche anno in meno di mamma e del mister e se
penso al Padova mi viene in mente lo stadio Euganeo appena inaugurato, Padova
neo-promosso in A dopo lo spareggio estivo di Cesena, si quello del gol da metà
campo di Coppola.. brividi! Iniziava la
stagione 94-95, ogni partita in casa si va allo stadio con il papà, seduti in
gradinata ovest, grandi match, calcio vero, i miei idoli Longhi e Kreek. Uno
spettacolo da assaporare per un bimbo di 9 anni che si incantava a guardare gli
spalti gremiti attorno, rimanendo continuamente affascinato dai cori dei tifosi, in attesa del boato che accompagnava i
gol del Padova. Quanto mi piaceva osservare l’atmosfera ed assaporarne
l’emozione come fossi dentro alla stessa scatola magica insieme ad altri
30.000… ricordo ancora la pelle d’oca durante la partita.

Cerco su you-tube un gol di Cerilli in maglia biancoscudata ma niente da fare. Trovo però un video: Lanerossi Vicenza – Roma 4-3, stagione 77/78, gol del vantaggio di Cerilli con una rasoiata di sinistro da fuori area, fil di palo, che gol! Scopro poi che in quegli anni il Vicenza sfiorò addirittura l’impresa dello scudetto, arrivando secondo insieme al Torino, 5 punti dietro la Juventus campione. Lui era uno dei protagonisti di quel fantastico secondo posto, grazie al gioco fantasia espresso dalla squadra e grazie all’estro delle ali.
Lui, innamorato di Omar Sivori al punto di considerarlo il
più grande di sempre, arrivato a soli 21 anni nell’Inter di Mazzola che
terminava un ciclo e si svecchiava con giovani promesse che raccoglievano una
pesante eredità. Lui indicato a non far rimpiangere Mariolino Corso che
terminava la carriera e che ritrovava Luisito Suarez da allenatore nerazzurro,
dopo che nelle precedenti estati lo stesso Suarez, in veste di osservatore del
Genoa, l’aveva escluso dalla rosa dei grifoni. Di certo non le condizioni migliori per giocarsi le proprie
possibilità nei meneghini.
Però nello sport, come nella vita, ci vuole anche una buona
dose di fortuna e nonostante all’Inter giocò poco, Cerilli porterà con sé
formidabili insegnamenti legati a quell’esperienza ed otterrà in seguito
notevoli soddisfazioni calcistiche, sfiorando la convocazione al mondiale di
Argentina 78’, in ballottaggio con un
certo Franco Causio; aveva già pronti gli assist per “Pablito” Rossi, suo
compagno di squadra nel Vicenza, con il
quale l’intesa era già affinata. Sì, perché l’intesa, nel calcio come nella
vita, conta più di ogni altra cosa.
Dopo aver già allenato per diversi anni a livello
semi-professionistico, Cerilli torna all’Appiani da allenatore di una squadra
anomala, che crede in un modello di calcio diverso da quello attuale, un calcio
diretto,vero un calcio inclusivo e antirazzista.

Chissà se al suo arrivo al campo di allenamento del Monti,
capitan Uarbo dirà al nuovo mister, come gli disse Mazzola al suo arrivo all’Inter:
“C’è una maglia da onorare!”. Una maglia già impregnata di tanto, fatta di
tante personalità unite insieme, fatta di tante idee e di tanti volti, volti sempre
nuovi che arrivano a contaminare e ad arricchire positivamente tutto il
progetto SANPRECARIO………… ora, senza che si susciti troppo scalpore
dall’accostamento Uarbo-Mazzola…..……..sssssshhhhhhhhhhh…..…...credo che il
mister già se ne sia reso conto, altrimenti perché sarebbe tornato a Padova per
allenare la sanpre?!!
Proprio perché nel calcio, come nella vita, l’intesa è un
valore fondamentale, credo che Franco sia l’uomo giusto, nel posto giusto, al
momento giusto.
Un abbraccio
a tutti i nostri SUPPORTERS.Ci vediamo a
settembre all’Appiani,
"love football, hate racism...supporta Precario!""
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