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lunedì 3 agosto 2015

FRANCO CERILLI - L'uomo giusto al posto giusto nel momento giusto


di Leo Pilla

GIOVEDI’ 16-07-15, h.11.47
Squilla il telefono che fa da sveglia, apro un occhio, è Tega: “Pronto!”, “Svegliaaaaaaaa!!! Siamo in Secondaaaaaaaa!!!”. L’urlo mi rimbomba nel timpano come un tuono, mi alzo di scatto e chiedo: “Perché??! Chi l’ha detto??!! Non era uscito ieri il comunicato??”. Urlo di esultanza con un mio fratello precario, uno che come altri della famiglia ha atteso e bramato per raggiungere questo obbiettivo. Poi mi ritrovo inginocchiato e sorridente in cucina, guardo fuori dalla finestra e penso che quel risveglio non l’avrei facilmente dimenticato, così come questa data, storica per la POLISPORTIVA SANPRECARIO.
Salto di 24 h, tralascio il resto della giornata, della serata e della nottata, fatta di sorrisi, abbracci, cori, sudore, alcol a fiumi e balli vorticosi fino all’alba, il tutto condito da speranze, sogni, illusioni per la stagione che verrà… l’anno prossimo giochiamo in SECONDA CATEGORIA!!



VENERDI’ 17-07-15, h.15.36
Il risveglio assume forme pittoriche, nella mente la serata appena trascorsa, non proprio una serata qualsiasi.
Dal terzo caffè in poi, un po’ più lucido, torna il sorriso stampato sulle labbra di chi sente che si è avverato un sogno.
D’altronde per partecipare ai campionati bisogna cominciare ad allenarsi ad agosto, farlo durante tutto l’anno fino a maggio, ogni martedì e giovedì, pioggia, sole, neve e  rendersi disponibili al progetto a cui si è deciso di aderire. Insomma ti diverti ma ti fai anche in quattro, rispettando le regole di partecipazione al campionato, che prevede una lauta somma di denaro per iscriversi e prevede di presentarsi ogni domenica alle partite. Noi lo facciamo sempre insieme ai nostri amati SUPPORTERS!

Si, le regole le abbiamo sempre rispettate, così come avversari ed istituzioni di turno, a volte ingoiando qualche rospo, a volte trattenendo a denti stretti la rabbia, magari per un rigore non fischiato proprio sul finale di gara, proprio in finale play-off. A proposito, arrivare terzi o quarti in campionato e giocarsi le finali play-off, così come negli ultimi due anni, non è nulla di scontato… quindi se la regola dice RIPESCATI=PROMOSSI, con il benemerito dubbio che si possa trattare di un’antitesi, credo si possa andare comunque fieri della promozione, fine della morale.

Assorbita la realtà, la mente si sposta su un’altra novità, che ha portato una ventata di entusiasmo in casa precaria. Un tassello si aggiunge alla famiglia che allarga sempre di più i suoi orizzonti; si tratta del nuovo allenatore, Franco Cerilli. E’ notizia recente il suo arrivo in granata, ieri il presidente ci ha raccontato che voleva esserci a tutti i costi a festeggiare con i PRECARI, ma che a causa di un impegno improrogabile non è potuto scendere a Padova. Ci siamo proprio appena conosciuti con la squadra,  la scorsa settimana a cena; prima personale impressione è di una persona che parla poco ma che quando lo fa  sa cosa dire, che sprigiona calcio da tutti i pori.
Mi incuriosisce conoscere meglio il suo amarcord e mi cimento in una ricerca in internet, guidato dalla passione calcistica che mi accompagna fin da quando ero bambino. Penso a Cerilli e mi viene in mente il Padova; ad esempio mia madre non segue il calcio ma si ricorda di Cerilli!

Io invece ho qualche anno in meno di mamma e del mister e se penso al Padova mi viene in mente lo stadio Euganeo appena inaugurato, Padova neo-promosso in A dopo lo spareggio estivo di Cesena, si quello del gol da metà campo di Coppola.. brividi!  Iniziava la stagione 94-95, ogni partita in casa si va allo stadio con il papà, seduti in gradinata ovest, grandi match, calcio vero, i miei idoli Longhi e Kreek. Uno spettacolo da assaporare per un bimbo di 9 anni che si incantava a guardare gli spalti gremiti attorno, rimanendo continuamente affascinato dai cori dei  tifosi, in attesa del boato che accompagnava i gol del Padova. Quanto mi piaceva osservare l’atmosfera ed assaporarne l’emozione come fossi dentro alla stessa scatola magica insieme ad altri 30.000… ricordo ancora la pelle d’oca durante la partita.


Leggendo la storia calcistica di Cerilli faccio un passo indietro di almeno 15 anni e mi affascina immedesimarmi in un calciatore vero, un calciatore con la C maiuscola.Se penso a Cerilli penso al Padova, all’Appiani gremito, visto solo in foto, stagione 82/83, anno della promozione in B, rievoco i racconti dei veci tifosi riguardo al suo modo di stare in campo, a quanto fosse importante per la squadra, al rispetto che avevano per lui, insomma una bandiera.


Cerco su you-tube un gol di Cerilli in maglia biancoscudata ma niente da fare. Trovo però un video:  Lanerossi Vicenza – Roma 4-3, stagione 77/78, gol del vantaggio di Cerilli con una rasoiata di sinistro da fuori area, fil di palo, che gol! Scopro poi che in quegli anni il Vicenza sfiorò addirittura l’impresa dello scudetto, arrivando secondo insieme al Torino, 5 punti dietro la Juventus campione. Lui era uno dei protagonisti di quel fantastico secondo posto, grazie al gioco fantasia espresso dalla squadra e grazie all’estro delle ali.
Lui, innamorato di Omar Sivori al punto di considerarlo il più grande di sempre, arrivato a soli 21 anni nell’Inter di Mazzola che terminava un ciclo e si svecchiava con giovani promesse che raccoglievano una pesante eredità. Lui indicato a non far rimpiangere Mariolino Corso che terminava la carriera e che ritrovava Luisito Suarez da allenatore nerazzurro, dopo che nelle precedenti estati lo stesso Suarez, in veste di osservatore del Genoa, l’aveva escluso dalla rosa dei grifoni. Di certo non  le condizioni migliori per giocarsi le proprie possibilità nei meneghini.

Però nello sport, come nella vita, ci vuole anche una buona dose di fortuna e nonostante all’Inter giocò poco, Cerilli porterà con sé formidabili insegnamenti legati a quell’esperienza ed otterrà in seguito notevoli soddisfazioni calcistiche, sfiorando la convocazione al mondiale di Argentina  78’, in ballottaggio con un certo Franco Causio; aveva già pronti gli assist per “Pablito” Rossi, suo compagno di squadra nel  Vicenza, con il quale l’intesa era già affinata. Sì, perché l’intesa, nel calcio come nella vita, conta più di ogni altra cosa.
Dopo aver già allenato per diversi anni a livello semi-professionistico, Cerilli torna all’Appiani da allenatore di una squadra anomala, che crede in un modello di calcio diverso da quello attuale, un calcio diretto,vero un calcio inclusivo e antirazzista.

Chi conosce il nostro ambiente sa che i valori che veicoliamo sono quelli dell’onestà e della lealtà sportiva. Il nostro spirito è aggregativo, privo di pregiudizi. Di giudizi universali se ne sentono a palate, ognuno ha una sentenza diversa da sparare, pronta all’uso. Distinguiamo per entità, l’importanza dei  valori di ogni persona dal colore della sua pelle. Crediamo con fermezza che sia più giusto staccare le etichette dalle persone piuttosto che appiopparle, che sia più giusto scavalcare i clichè piuttosto che sedercisi sopra. Ognuno sa ciò che ha fatto nella sua vita e sa in che direzione va, a noi il compito di accompagnarci insieme, con la consapevolezza di chi conosce la strada attuale. Come in un grande laboratorio, alla sanpre si elabora e si rielabora ancora, si costruiscono ponti con basi sane, basi solide, positive, per dare vita ad una dinamica di sport in continua evoluzione, un esempio sportivo differente.

Chissà se al suo arrivo al campo di allenamento del Monti, capitan Uarbo dirà al nuovo mister, come gli disse Mazzola al suo arrivo all’Inter: “C’è una maglia da onorare!”. Una maglia già impregnata di tanto, fatta di tante personalità unite insieme, fatta di tante idee e di tanti volti, volti sempre nuovi che arrivano a contaminare e ad arricchire positivamente tutto il progetto SANPRECARIO………… ora, senza che si susciti troppo scalpore dall’accostamento Uarbo-Mazzola…..……..sssssshhhhhhhhhhh…..…...credo che il mister già se ne sia reso conto, altrimenti perché sarebbe tornato a Padova per allenare la sanpre?!!
Proprio perché nel calcio, come nella vita, l’intesa è un valore fondamentale, credo che Franco sia l’uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto.

Un abbraccio a tutti i nostri SUPPORTERS.Ci vediamo a settembre all’Appiani, 


          "love football, hate racism...supporta Precario!""

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