a cura di Roberto B.
Quanto si può dire
su una presa “sandwich” e una presa “hot dog”.
Inizio settembre
2012, primo allenamento della San Precario calcio a 11, al Monti.
Arrivo un po' in
ritardo, a centrocampo un folto gruppo, in porta un giovane ragazzo
alto/atletico/con riflessi pronti
e voglia di tuffarsi su tutti i palloni. Però, la presa quasi nulla.
Faccio due passi, vado dietro la porta
e vedo bene la posizione delle mani: presa “sandwich”. Fermo
tutto, mi avvicino al ragazzo e
mostro la presa “hot dog” nelle varie posizioni; consiglio una
continua attenzione in tutti gli allenamenti.... Così ho conosciuto
Madi “del Mali”.
Madi Traore, nato a
Kamita – Mali, il 15/03/1993 trasferitosi a Kita –
Mali alla età di 3 anni con tutta la famiglia: due fratelli
e una sorella, lui, il più grande.
Eri felice a Kita? :
si, è una bella città con grande montagna (apre un sorriso e si
intuiscono ricordi importanti), le gite
con la famiglia e le scalate con il mio amico SEKOU.
![]() |
Mt. Kita Kourou |
Purtroppo, ancora
piccolo, perde il papà.....”una malattia”.
Quale sport ti
piaceva e dove lo facevi? : vicino casa, un piccolo campo in terra
dove, tutti i giorni con Sekou, andavamo
giocare a calcio. Prima come attaccante poi da portiere. Si, alle elementari
solo quattro anni, dove studiavo la mia lingua: BAMBARA e Francese.
Quindi, il lavoro :
per 4 anni ho imparato come meccanico nello stesso “garage” dove
aveva lavorato mio papà,
riparavo motori a benzina. Qui, un compagno di lavoro, Dramani, era
partito per la Libia, a Tripoli, dove lavorava in una grande officina. Mi telefonava sempre: tanto
lavoro/buona paga (1000 euro al
mese)/ vieni, vieni... e sono partito. Ho lavorato in officina per un
anno e sei mesi, 8 ore al
giorno, avevo casa, aiutavo la mia famiglia, andava tutto bene ma, la
GUERRA, prima Bengasi poi a
Tripoli.Volevo tornare a Kita ma lo spazio aereo e le dogane sono
state chiuse dal governo. Si,
all'improvviso, un giorno sono arrivati i militari in officina, ci
hanno costretti a salire in macchina
senza bagagli e solo con i soldi che avevamo in tasca. Arrivati al
porto, fermi per alcune ore, per
poi farci salire su un barcone con più di 250 persone.
Il viaggio com'è
stato? : tremendo. In mare per 3 giorni, tre persone sono morte
per sete e fame. Siamo sbarcati a
Lampedusa e rinchiusi nel centro di accoglienza per 3 giorni poi, con
una grande nave, siamo partiti
per il nord. Sbarcati in un porto dove si vedevano tante montagne.
Saliti su un pullman, siamo
stati trasferiti a Padova, in via Cave dove siamo scesi solo in
cinque. In questa struttura c'erano
più di cinquanta persone, tutti del nord Africa. Siamo stati lì per
2 mesi poi, mi hanno trasferito in
via T. Aspetti, in una casa con altri dieci rifugiati: per più di 1
anno, 75 euro al mese (€ 2,50 al
giorno) per comprare vestiti e telefono.
Quando hai
conosciuto San Precario? : in via T. Aspetti ho conosciuto Luca,
ci aiutava con la cooperativa.
Facevano le spese, ci portavano da mangiare e, un giorno, ci ha
invitati a giocare un torneo di calcio
(Gioco anch'io Cup 2012) che si svolgeva al campo Petron a Padova. Finito il torneo,
mi ha detto se volevo partecipare agli allenamenti della squadra San
Precario, calcio a 11 in 3'
categoria e che iniziavano ai primi di settembre.
Come sono passati
questi mesi? : prima abbiamo giocato la finale, allo stadio
Appiani, del torneo “Gioco anch'io
National Cup 2012” e abbiamo anche vinto. Da settembre, al Monti,
mi sono quasi sempre
allenato con la squadra. Si, mi è piaciuto molto, ma non potevo
giocare la partita alla domenica
perchè non tesserato, non avevo il Certificato Storico Di Residenza. Intanto frequentavo
il corso di italiano, per 6 mesi, organizzato dall'Associazione
Razzismo Stop in via Gradenigo.
Si, nel febbraio 2013 noi profughi siamo stati abbandonati. Con la chiusura del Piano di Accoglienza dell' Emergenza Nord Africa: senza casa, senza documenti, senza soldi.......”tanta paura”....”di tante cose”.
Ma, grazie alle mobilitazioni e alle occupazioni, qui
a Padova e in tutta Italia, ora abbiamo
permessi e documenti, però ci troviamo senza casa. Per il momento ci
ospita l'Associazione
Razzismo Stop di Padova.
![]() |
Occupazione giardini Scuola Gabelli, San Lazzaro |
Come vi
trovate? : non bene, siamo tanti (circa quaranta persone), spazi
piccoli, pochi bagni, poche stanze. L'associazione fa il possibile, ma c'è bisogno di casa, di lavoro....
Siamo in
chiusura, quali sono i tuoi desideri, progetti; tornare a casa,
restare in Italia? : Tornare a casa, ma
non ho soldi. Ci penso sempre e mia mamma vuole che torni “tanto
tempo che non vedo”, spero
di trovare un lavoro, un posto migliore dove abitare e restare ancora
qui a Padova, magari
giocare a calcio con la SanPre.
Ultimo pensiero :
(pausa) gli si apre un sorriso “KITA KOUROU” (pausa) “il mio
cane Police”.
un ringraziamento a Uarbo...
" ama lo sport , odia il razzismo"
un ringraziamento a Uarbo...
" ama lo sport , odia il razzismo"
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