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mercoledì 10 aprile 2013

PARKOUR...FROM GAZA TO SANPRE


Moahmed ed Abdellah sono due ragazzi di 24 e 25 anni . Vivono nel campo profughi di Khan Younis, nella parte meridionale della striscia di Gaza e sono arrivati in Italia il 30 marzo al seguito della carovana “Vik gaza to Italy”. Assieme a loro artisti, musicisti, filosofi, registi. Personalità, che pur non superando il filtro delle ricostruzioni dei media ufficiali, son lì a dire al mondo che la cultura è una di quelle cose che le bombe non saranno mai in grado di ammazzare, nemmeno se a lanciarle è l'esercito più moderno, attrezzato ed aggressivo dei nostri tempi: l'esercito israeliano.


Un'occasione da non perdere per la Polisportiva, quella di ospitare uomini e donne che raccontano, con le loro esistenze, che la Palestina non è solo guerra e fondamentalismo, un po' come l'Italia non è solo razzismo, conformismo e corruzione. Qui e là ci sono movimenti che crescono, si cibano di rabbia e cultura ed incontrandosi si ritrovano simili, nel sogno di altri mondi possibili. Da questa affinità di fondo nasce l'idea di ospitare una tappa della carovana Vik in occasione della 19' giornata di campionato: San PrecarioLion allo stadio Plebiscito. Protagonisti, due atleti d'eccezione...

Moahmed ed Abdellah praticano il Parkour, una disciplina “estrema”, che allena il corpo e la mente a superare qualsiasi ostacolo si ponga lungo il percorso, per conquistare, alla fine, la meta...che sia essa un luogo sicuro dopo una fuga o il tetto di un palazzo da cui guardare le contraddizioni della propria terra. Uno sport che evidentemente, praticato sotto l'assedio, acquisisce significati molteplici e profondi, divenendo mezzo d'emancipazione... linguaggio capace di attraversare le differenze ed unire territori, che pur se così distanti, hanno molto da condividere e da raccontarsi. Ed in effetti a parlare, domenica, sono stati più che altro gli sguardi, le suggestioni evocate dai corpi che scalavano le grigie tribune dello stadio Plebiscito, per gettarsi poi nel vuoto, impattare sul terreno e rialzarsi leggeri,rabbiosi...pieni di quella voglia di correre, rischiare ancora, sentirsi liberi.

Cio' che ne esce e' uno spettacolo a cui vale la pena assistere. Ennesima dimostrazione, come se ancora ce ne fosse bisogno, che lo sport più ricco non è quello dei grandi club, delle scommesse, degli stipendi milionari, ma quello umile e ribelle che abbiamo avuto il piacere di ospitare allo stadio . Lo sport che amiamo. Lo sport che unisce.

Grazie di cuore agli atleti Moahmed ed Abdellah da parte della polisportiva San Precario.

                     "Ama lo sport odia il razzismo & free Gaza!"
                        

....la saNpre ha pure vinto 2 a 1....olé!























di :  S. Carbone

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