Incredibile filotto della Sampre che dopo le due vittorie di coppa conquista il primo successo in campionato contro il calcio San Martino squadra titolata , sinora imbattuta, che punta diretta alla promozione in seconda.
A fine partite l ‘ entusiasmo è alle stelle, gli spalti si tingono di granata ed i fumogeni invadono il terreno di gioco mentre i 18 scesi in campo si uniscono in unico corpo e trottano a testa alta verso i supporters che a gran voce intonano :”Precario!Precario!” nuovo santo protettore della città. E’ tutto bellissimo………….peccato che sia solo un sogno e l’impatto con la realtà è più brusco di quanto ci si possa aspettare. Quattro goal subiti ed uno solo realizzato, un espulso e tanta delusione .
Loro hanno 2 attaccanti esperti. Il 10 che gioca con una tranquillità rara fornendo sponde ed assist ai compagni ed il 9 che è vatusso ma corre veloce , si procura un rigore e poi marca il 2 a 0 con un diagonale dalla area piccola. Noi che siam scesi in campo in classico stile precario , fra torcicolli , strappi muscolari e reduci ancora alcolici dal The Frag di sabato sera, reagiamo , prendiamo il pallino del gioco ed accorciamo le distanze con una bomba da fuori area di Eder Da Lima , brasiliano giunto in prestito dalla Fulminense a causa dei cattivi rapporti con Abel Braga , che cerca il rilancio alla SanPre. Ma è proprio in questo momento ossia sul più bello , quando bisognerebbe suonar la carica e partire all’assalto , che succede il patatrac. Il baldanzoso arbitro di giornata, giunto con mezz’ora di ritardo ed una buona dose di antipatia in corpo, fischia un rigore alquanto…….generoso al San Martino. I precari , in carenza di ossigeno oramai dal 10’ del primo tempo , fanno capannello. Lingue e dialetti distanti si uniscono in un'unica frustrata voce di protesta.
Sembra la scenata di gelosia di un partner poliglotta che unisce mirabilmente in una sola invettiva , insulti russi, colombiani e brasiliani senza disdegnare il pugliese ed il veneto stretto . Il problema è che non siamo in una camera da letto ed il rispettabile signor arbitro è ben lontano dall’essere la nostra partner. Lo si nota dalla soddisfazione con cui estrae il cartellino giallo e lo rivolge al più scemo della banda(io). Reagisco borbottando, ma all’egregio i borbotti non piacciono ed allora pochi secondi dopo, con un sorriso che sembra nascondere un amplesso , tira fuori il secondo giallo e pronuncia, come Briatore sul suo tavolo di cristallo, la formula della condanna : “Capitano, Sei fuori! “
Mi ritrovo dunque cornuto e mazziato e mi sento ancor più scemo quando vedo Gordetto parare bene il rigore e mantenere il risultato sul 2 a 1 . Capisco che la rimonta che si poteva compiere, ora, in inferiorità numerica, diviene missione quasi impossibile. Dopo un quasi gol di pinturicchio Galtarossa su punizione, gli avversari mettono a segno il 3 e poi il 4 a 1. Il triplice fischio abbassa lo sguardo a noi giocatori ed alla quarantina di colorati supporter che assistono dagli spalti . Rientriamo mogi negli spogliatoi lasciando gli avversari a festeggiar sul campo.
Ancora una volta non riusciamo a rispettare il primo comandamento: le partite si vincono giocando e l’ arbitro, in ogni caso , va lasciato stare perché se fischia non torna indietro e protestare isterici significa solo somigliare allo stereotipo del calciatore, proprio quello da cui vogliamo fuggire. Cosi ci ritroviamo a 0 punti coscienti che la strada da percorrere è lunga e travagliata , ma vogliosi di realizzare il sogno con cui la domenica è cominciata. Il sogno d’un anomalia vincente, di una Sanpre che scala la classifica, di un Appiani gremito che si tinge di granata ed invoca a gran voce : Precario, Precario!” nuovo santo protettore della città. Senza speranza e senza paura, ma con fame e desiderio proveremo ad invertir la rotta perché tempo, mezzi e stimoli non mancano. Ed allora ed anzi ancor di più nella difficoltà Forza Sanpre! avanti tutta!
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