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martedì 8 ottobre 2019

EDUCARE ALLE DIFFERENZE VI: UN ALTRO MONDO E' POSSIBILE




Anche quest'anno abbiamo partecipato al meeting nazionale Educare alle differenze VI - Sull'odio non cresce futuro - a Pisa. 

Il meeting è ideato e promosso da SCOSSE, Stonewall, Progetto Alice e da oltre 250 associazioni del territorio nazionale ed è un'iniziativa nata basso e autofinanziata.

Ci troviamo in un momento storico in cui si gioca con la paura, per aprire le porte a sessismo, omofobia e razzismo, per questo è essenziale utilizzare ogni mezzo possibile per formare e informare, per mostrare la ricchezza di ogni differenza.
A partire dall'educazione dei più piccoli, fino ai gesti semplici della quotidianità, dobbiamo essere portatori sani di buone pratiche, per contaminare e rendere migliore la società di cui siamo parte attiva.





Ispirati dal meeting del 2018 a Palermo, abbiamo deciso di approfondire ulteriormente gli stereotipi di genere all'interno del mondo sportivo.  
Abbiamo contattato la prof. Annalisa Frisina per confrontarci con lei su una modalità di ricerca che potesse essere poi fruibile e utilizzabile, concentrandoci su come gli stereotipi di genere agiscono sui bambini e le bambine nella scelta dello sport.
Con Annalisa come relatrice e Massimo Torresin come laureando è stata scritta la tesi di laurea: "Genere e sport in discussione. Un percorso di ricerca qualitativa con ragazzi e ragazze di Padova.", portando il nostro contributo al meeting con un poster.
La ricerca è stata svolta all'interno della Scuola Secondaria di 1' Grado Copernico (Padova), con le classi 1'E e 1'F, con un totale di 37 partecipanti di cui 20 maschi e 17 femmine. 
Il metodo utilizzato è quello della ricerca qualitativa, con il focus group: ogni classe è stata suddivisa in 2 gruppi (misti ed eterogenei), per un totale di 4 focus group della durata di 1.5 ore ciascuno.

Gli sport praticati da bambini e bambine danno già un'indicazione di come il tipo di sport si suddivida in maschile e femminile: solo i maschi giocano a calcio e solo le femmine praticano la danza e la pallavolo, mentre per altri sport come il nuoto la suddivisione è meno netta.
Da questi dati iniziali si nota anche come le ragazze siano più predisposte, seppur timidamente, a praticare sport non gender traditional come il kung-fu, la scherma e qualche esperienza in passato di calcio e rugby. Questo non succede tra i maschi, che tendono a scegliere sport tradizionalmente maschili o neutri.

Da questo e dalle discussioni avvenute all'interno dei focus group possiamo dedurre che un ragazzo che pratica uno sport tradizionalmente definito "femminile" è più stigmatizzato rispetto ad una ragazza che pratica uno sport "maschile". Si nota inoltre che la pratica di sport non tradizionali per il proprio genere diminuisce la percezione negativa, per cui l'esperienza aiuta nella definizione delle categorie.
Quando parliamo di discriminazioni di genere non dobbiamo fermarci al femminile e ai limiti che le ragazze incontrano, ma considerare le limitazioni dovute al genere in entrambi i sessi.

Il dato senza dubbio positivo è che, per quanto già esistano le suddivisioni degli sport in categorie di genere, vengono espresse anche rivendicazioni di parità nella scelta dello sport.
Per noi questa ricerca è solo l'inizio di un percorso che possa favorire i bambini e le bambine nella scelta sportiva che più li attrae, con la libertà di scegliere qualsiasi tipo di sport, senza la stigmatizzazione che spesso la pratica di uno sport non gender traditional porta con sé.

Educare alle differenze è senza dubbio un momento magico, in cui le riflessioni e le esperienze riportate ci mostrano un mondo possibile, una strada da percorrere per lottare nella nostra quotidianità contro ogni tipo di stereotipo e a favore dell'inclusione.
Ripartiamo da qui, carichi e cariche di idee positive, di messaggi confortanti e di contatti che aiutano a crescere, per continuare il nostro percorso contro ogni discriminazione.
Same Sport Same Rights 




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