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sabato 11 novembre 2017

NON SOLO 11


Un mix di Emozioni si sono concentrate Domenica 5 Novembre presso il campo del Ponte di Brenta, per la nona di campionato. Padrone di casa il S.Marco: compagine militante da ormai due stagioni calcistiche insieme a noi precari. Squadra ostica, che fino ad ora non ha mai perso una partita ed occupa il secondo posto in classifica…ma la parola “INTIMORITI” non ha mai fatto parte del vocabolario Precario e a dar manforte a quest’ultima affermazione è la serie di 7 risultati positivi che sta contraddistinguendo questa stupenda polisportiva. L’appuntamento alle 13.00 negli spogliatoi non è solo un orario di ritrovo, bensì il momento ove mettere a frutto mentalmente gli allenamenti di mister Selmani. La nostra armata Pre-Carica vede tra i pali Francesco detto Sandokan. Terzino sx Stefano D’ettore, centrali difensivi Puapo Zizza e Stefano Parisi e terzino dx It’s a Carmine.  Vertice basso Kiki. Sulla fascia destra Giuseppe Diodati e a  sinistra Funghetto GG. Io, Oba, sulla trequarti e a concludere il battaglione i nostri 2 finalizzatori, nonché attaccanti, Conte Marco detto Esposito e SembraSokrates Perrone.

Riscaldamento a bordo-campo sotto una finissima pioggia. Il fango sotto i piedi ed il colore marrone dei nostri pantaloncini (dopo 4minuti) lascia presagire che il terreno di gioco racconterà di una vera e propria guerra e non solo di un’umile partita di pallone. All’appello apprendiamo l’obbrobriosa notizia che “sua eccellenza” l’arbitro non vuole neanche incrociare con lo sguardo nessuna sorta di anello, collana, braccialetto. Come se fosse piombata su di noi l’apocalisse un borbottio sempre più incessante faceva fila tra i 18 convocati, che non avremmo voluto separarci dai preziosi ricordi che orna(vano) i nostri polsi, ma un obbiettivo ben più grande si sovrapponeva tra noi ed i preziosi monili, quindi dopo qualche piccola remora eravamo schierati in campo ad attendere il fischio dell’egregio. 3 2 1…..via!

Partiamo spediti, sicuri d’avere il potenziale offensivo e difensivo che ci può permettere di svoltare la partita. La difesa, reduce da allenamenti freddi e rigidi negli spogliatoi del Monti a guardare le tattiche difensive dell’Albania del ’72, fa girare la palla con calma e tranquillità permettendo alla squadra di puntare sulla fascia più libera. Le incursioni laterali di Giuseppe sono molto veloci e ci permettono più di una volta di schiacciare il San Marco nella loro metà campo. Perro e Marco ,come non mai, difendono la palla, saltano l’uomo e scaricano per me e Riccardo che da buoni registi cerchiamo di aprire ai lati riuscendoci praticamente sempre... e se al nostro Gigio lasci un po’ di spazio libero……(apriti cielo). Tutte le occasioni vengono dalla nostra compagine ed è così che al 15’ un pallone sporco fa uscire il portiere S.Marco a valanga. Giuseppe anticipa e con un delizioso scavino piazza un cross ( dove v’è scritto solo SPINGIMI) per Perro che con la zucca può infilare indisturbato in rete. E’ 1 a 0 per noi, ma a fermare l’euforia è il fischio dell’arbitro che in preda ad un furore mistico annulla il gol agghiacciando supporter e giocatori. Dopo la spiegazione, chiesta dal nostro capitano per l’immotivata decisione, l’egregio risponde “ oh oh 1.2.3 che chezzo me ne freg a me?”. 


Non ci perdiamo d’animo e con gli interventi d’anticipo di D’ettore che fan sembrare il loro 7 l’uomo vitruviano da quante gambe comparivano in un’unica figura, non subiamo niente. Peppe e Parisi sono talmente sicuri là dietro che il nostro portiere Sandokan decide di svapare un po’ dal momento che i tiri degli avversari finiscono al 99% sul fondo. It’s a Carmine (uno dei piedi più fatati della Sanpre) distribuisce palloni col contagiri per la velocità di Gigi e per il mio spizzo di testa. I pericoli nascono sempre dalle fasce ed è così che andiamo vicini per più volte al vantaggio, ma i cross sono preda ambita nell’area del San Marco che ha dalla sua due difensori centrali che sembrano Colossi più che esseri umani rasentando l’altezza di 2 metri e data la nostra scarsa abilità nell’infilare di testa andiamo negli spogliatoi sul risultato di 0 a 0.


Dopo un thè caldo a base di acqua fredda si ritorna nel rettangolo di gioco sapendo che quasi tutte le partite si decidono nella seconda metà. Il momento fatidico, infatti, non tarda ad arrivare ed è così che il nostro Conte addomestica un pallone sporco portando a sé un difensore avversario, saltandolo verso l’esterno a pochi decimetri dalla linea di fondo e scaricando tutta la sua frustrazione da posizione angolatissima, in un tiro che piega le mani al portiere e si insacca in rete. E’ 1 a 0 per noi. Questo gol sembra, però, aver risvegliato i padroni di casa che abbinano una sempre più visibile mobilità in campo ad una serie di pericoli che San Francesco sventa prodigamente. Ma le distrazioni sono sempre dietro l’angolo e a noi precari di vivere tranquillamente non va proprio, cosicché, dopo un cross non prontamente respinto, un centrocampista avversario ha un’occasione d’oro che non spreca ed insacca da poco distante. Si ritorna al pareggio. 1 a 1. Non mi prodigherò nel descrivere la prestazione arbitraria dal momento che tra tutti quei segni e mani alzate dell’egregio si poteva ricondurre la sua figura più ad un agente del traffico che ad un arbitro, ma dopo i ripetuti consigli di una visita oculistica (da parte di entrambe le compagini) ci limitiamo solo alle sue sentenze. Ora la partita è molto più equilibrata, sembra che il San Marco ci abbia preso le misure ed è così che, sfruttando un calcio piazzato (loro specialità), l’attaccante, dopo avere stoppato di mano il pallone alla “Jordan”, fa partire un destro da fuori area che, aiutato dalla deviazione del nostro Puapo, scheggia la traversa ed entra in rete. Nessuno responsabile, ma tutti complici.
E’ 2 a 1 per loro.



Comincia ad aleggiare sopra le anime Precarie sconforto e rammarico per una partita sino a quel momento dominata, ma dettata da episodi che hanno sbilanciato il risultato facendo pendere la bilancia per i rivali. Il nostro Mister sente che a questo punto c’è qualcosa da cambiare ed è così che entrano PAPà CHECCO e SEBA al posto degli affaticati Giuseppe e D’ETTORE. Ormai mancano 15’ al triplice fischio, ma la storia di questa partita ha un epilogo assai più dolce di quello immaginato. Dal centrocampo mi arriva un lancio di KIKI che addomestico, “…forse…” con l’avambraccio. Freno bruscamente la mia corsa, e il ”Colosso” centrale,  prendendomi il piede d’appoggio, provoca un calcio di rigore per noi. Dopo insulti e suggerimenti di mandare la palla fuori da parte della panchina avversaria, mi rendo conto che se voglio giocare ancora in questa squadra la palla non può fare altro che oltrepassare la linea di porta. Così è. Palla a destra, portiere a sinistra. 2 a 2. Nell’incertezza di non aver preso in mano abbastanza la partita, l’arbitro ammonisce Perro (meno male) ed espelle il loro numero 10. Non volendoci far scappare l’opportunità di andare in vantaggio gli ultimi 5 minuti di gioco, forti della superiorità numerica, facciamo un’azione stupenda! La palla parte dalla difesa, arriva al centrocampo, per poi passare all’attacco, GiGi la fa proseguire sulla corsia a Seba che di prima piazza un cross che ricevo. Spondo a Papà Checco che, caricato il tiro, lo fa finire di poco sopra la traversa. Triplice fischio formalizza un pareggio che ci regala l’ 8° risultato utile consecutivo. Ma la cosa più bella di questa giornata sono stati gli onnipresenti supporter che non perdono un’occasione per dimostrare a tutti cos’è il vero amore per il calcio, cos’è il vero amore per noi tutti e cos’è la SANPRECARIO, un altro modo possibile di concepire e praticare questo sport!

Love sport - Hate racism - Sostieni Precario

scritto da: Oba

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