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martedì 26 settembre 2017

PER UN PUGNO DI PUNTI


Di nuovo Domenica, di nuovo la San Precario a farla da padrona, con la terza giornata di campionato che ci vede impegnati in casa del Brusegana, avversario di una certa rilevanza nel recente passato delle cronache precarie.
In palio questa volta non ci sono “solo” i punti che tardano ad arrivare ma l’orgoglio dei precari che in questo stadio, contro questa squadra, si sono visti sfuggire un anno fa una promozione che andava conquistata ad ogni costo sul campo.
Le premesse per una grande Domenica di calcio ci sono tutte e gli sguardi dei giocatori nel pre-partita non tradiscono alcun segno di debolezza; poche le parole di circostanza che ci separano dall’ingresso negli spogliatoi dove il Mister Selmani elenca la formazione e predica buon calcio ai suoi giocatori. Corroborante presagio della battaglia imminente è la pioggia che attende i precari all’uscita dello spogliatoio, assieme agli ultimi strascichi di insicurezze e paura che scivolano via con essa.

Siamo al fischio di inizio e dopo pochissimo ci si rende conto che segnare oggi sarà impresa ardua; la palla fatica a rotolare per le paludosi vie centrali, arrivare all’area di rigore senza l’aiuto delle fasce sembra impossibile e così sono le incursioni di CarmineGigi e il ritrovato capitano Uarbo ad essere fonte di pericolo sul fronte avversario.  Il primo tempo ci vede dominare la partita, nonostante la statura degli avversari usciamo quasi sempre vincitori nei contrasti, anche grazie ad un Magister Oba sempre più esemplare per la squadra che sacrifica se stesso nel tentativo di vincere ogni stacco aereo.
Non solo cattiveria comunque ma anche tanta lucidità, quella che ci permette di arrivare in qualche occasione in area di rigore avversaria, come al 30’, quando cavalier Perro sottrae astutamente la palla dalle mani del portiere avversario ma viene segnalato dal leggiadro arbitro di giornata.
É una partita difficile, lo abbiamo detto, ed è cosi che il crocevia appare come un fulmine a ciel sereno al 40’, quando ci viene assegnata una punizione dal limite al termine di un’azione magistrale.

Eleganza Carmine, “terzinaccio” di infima categoria ma con un piede destro da numero 10 si accinge sul pallone..in testa forse lo schema più volte provato in allenamento, idea prontamente esclusa dal Mister che invece lo incita a centrare la porta, datosi le condizioni brutali del campo di gioco.
L’indicazione viene colta al volo e il nostro talento cilentino disegna una traiettoria perfetta, una parabola che si infila all’incrocio con una semplicità disarmante sotto gli occhi dell’incredulo portiere avversario.È festa grossa in campo e fuori con i giocatori che si abbracciano e urlano al cielo tutta la loro rabbia. È un vantaggio che arriva al momento giusto, proprio a pochi minuti dall’intervallo, fattore psicologico che pesa molto sugli equilibri della gara e del dispendio mentale.

Nella ripresa i precari tornano infatti a dominare il campo di gioco, complice una fase difensiva impeccabile: da segnalare lo stato di ubiquità raggiunto da Stefano ParisiM.V.P assoluto della gara.
A complicare le cose però, in pieno stile che ci vuole in preda a crisi tachicardiche fino all’ultimo minuto, vi sono gli inusuali errori sottoporta del nostro tridente d’attacco, con un elegantissimo Perro che però fatica a centrare il tanto agognato goal della tranquillità.Ecco quindi che al 75’  accade l’inaspettato; concediamo una palla a centrocampo e i padroni di casa ci infilano fin dentro l’area di rigore con l’attaccante brusegano che si presenta a tu per tu con il nostro portiere. Saranno i colori sgargianti del nostro numero uno, sarà che Checco detto Sandokan è un gatto a chiudere lo specchio con un miracolo, ma questa volta ci salviamo solo con un grande spavento e la consapevolezza che dobbiamo maturare ancora molto in alcune fasi di gioco.

A chiudere le danze un contropiede allo scadere del nuovo entrato Mattia, che falciato malamente in area, si procura un rigore con Magister Oba gelido dal dischetto a siglare la rete dello zero-due.Ciò che resta è un assolo precario, un match che ci vede protagonisti e rovescia le carte in tavola in questa terza giornata di campionato. Exploit che arriva in un momento determinante, quando forse qualcuno di noi stava già perdendo la fiducia nei propri mezzi e iniziava ad ascoltare quella vocina  ronzargli in testa “ma non era meglio rimanere in terza a vincerle tutte?”

No, la nostra precarietà è antitesi di equilibrio, è genio e sregolatezza, passione e dolore, ma se siamo uniti non c’è sfida che possa spaventarci.
Confrontarci con i migliori ci aiuterà a crescere e capire quali sono i limiti, ad oggi sconosciuti, della nostra ciurma. Avanti Precari!

Testo: Franco
Immagini: Vale Belluno

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