Domenica 26 Marzo 2017. L’impressione è che questa partita
rappresenti l’ultimo treno a nostra disposizione per continuare ad avere
speranze di gloria.
Dopo la cocente sconfitta maturata in zona
cesarini contro l’USMA nei quarti di Coppa Padova, la voglia di rifarci è molta
ed oggi abbiamo la migliore occasione che poteva capitarci per risollevare
animi e posizioni in classifica. Se si perde si festeggia, ma senza play-off,
se si vince si festeggia uguale ma si può continuare a sperare in una storica
promozione sul campo.
Questo weekend c’è anche il cambio dell’ora,
avvenimento da sempre contraddistinto da arrivi in mega anticipo o mega ritardo:
per fortuna questa volta siamo concentrati sul match e alle 14.30 siamo tutti
in campo con testa e cuore sintonizzati sulla incombente sfida. A darci
manforte e sostegno c’è anche il mitico Gialla, ormai in veste di
massaggiatore per i precari affaticati e imballati dalle intense
ultime settimane caratterizzate dai turni infrasettimanali della Coppa.
Mister Selmani, che vedrà la partita da fuori per un espulsione visionaria
3 settimane fa, prende la parola in spogliatoio e parte con le classiche
indicazioni che ormai sappiamo a memoria ma che non si dicono mai
troppe volte: i primi 11, le due linee nei calcio d’angolo contro e a favore,
la barriera, le punizioni. Dopo venti minuti di ascolto in religioso silenzio,
siamo pronti per il riscaldamento, da sempre lo specchio dell’atteggiamento con
cui si entrerà in campo. Poco prima delle 16 gli spalti del San Marco si
iniziano a riempire di supporters precari: colori, voci, canti, tamburi,
fumogeni, torce ed animi in festa pronti a sostenerci durante i 90 minuti.
France, Carminati, Yaya, Ste Parisi, D’Ettore,
Chichi, Stefanucciu, Gigi Funghi, magister Oba, Perro,
Henry: questi gli 11 che partono.
Ore 16, squadre schierate, l’Egregio
pronto a metà campo col fischietto in bocca, cenno di intesa con i due portieri e si parte.
I Precari vogliono subito mettere in chiaro una
cosa: vi presseremo in tutto il campo, ovunque voi andiate; si parte col
possesso del San Marco, che però al primo pressing precario si rifugia in fallo laterale: Carminati batte in fretta, io la spizzo in profondità
per magister Oba che la insegue, la addomestica, dà uno sguardo al
centro e la mette al limite dell’ area raso terra: non ci penso più di un
secondo e tiro,come va va, tanto sono passati solo 20 secondi. La palla si
insacca, fortissima, sotto la traversa e siamo 0-1, incredibile, quasi
non ci crediamo, festa precaria sulle gradinate. Gli spettri di fare gol subito
e poi adagiarsi sugli allori serpeggiano tra le menti precarie. Cerchiamo di
rimanere lì, con la testa sulla partita, col pensiero che è meglio farne un
altro che cercare di non prenderne: siamo lì, a un tiro dal pareggio ed a uno
dalla vittoria.
La partita continua, creiamo tanto, sforiamo il
gol altre volte, sia con Henry, incontenibile con le sue falcate palla
al piede, sia con magister Oba, che in mezzo alle linee pulisce palloni
come fosse denaro sporco. Nella prima frazione di gioco, la difesa
granata non compie grossi interventi in quanto la palla è tendenzialmente
sempre nella metà campo avversaria.Il primo tempo si conclude senza grosse
emozioni sull’1-0 per noi: tutti negli spogliatoi, c’è chi cambia la maglietta
sotto la divisa, chi si sciacqua la faccia per riacquistare le funzioni vitali,
chi si mette pomate anti-infiammatorie per riuscire a resistere fino al
90esimo, ma le teste e i pensieri sono tutti rivolti verso la stessa cosa:
conquistare questa vittoria ad ogni costo, non subire gol, ma piuttosto farne
un altro, impresa sempre riuscita alquanto difficile alla Sanpre. Ci vuole
testa. Usciamo un po prima dalla spogliatoio e andiamo tutti in cerchio vicino
a mister Selmani per ricevere le ultime indicazioni.
Fischio dell’Egregio e si riparte. Prima
mezz’ora da incubo, attacchi continui degli avversari che ci mettono
ripetutamente in difficoltà; ci si mette anche il vento a remarci contro e per
20 minuti i nostri rinvii dal fondo faticano a superare il cerchio di
centrocampo. E’ proprio qui che si sta giocando il secondo tempo con i 4 leoni
che la Sanpre schiera a rombo: Chichi come cervello, Gigi e Stefanuccio
come mezze ali e magister Oba a chiudere il rombo dietro le due punte.
Ci difendiamo strenuamente, il San Marco prende anche un incrocio subito dopo
essersi fatti negare il gol del pareggio da super Francè, che
all’esordio con la Sanpre ha tirato giù la saracinesca lasciando inviolata la
sacra porta. I 4 dietro, D’Ettore, Yaya, Stefano e Carminati,
lottano e si immolano per difendere il vantaggio, anche fosse l’ultima cosa che
faranno. Soffriamo, soffriamo, soffriamo. Saper soffrire è una dote non da poco
per chi dopo sa punire. Gli spettri di un possibile rimonta iniziano ad
aleggiare sul campo e gli sguardi dei precari sembrano incrociarsi in cerca di
nuova linfa per resistere; 35’’ esce D’Ettore per Pilla e dopo
pochi minuti fuori Gigi per Franchecco, col telefono appresso in
attesa della chiamata per la prima figlia in arrivo. Due semplici mosse,
passano 5 minuti, Chichi allarga sulla fascia destra dove ad attenderlo
c’è Pilla che di prima crossa forte in mezzo, la palla passa e da dietro
sbuca Franchecco che, col piattone destro, insacca e chiude il match.
Festa e delirio precario, abbiamo ancora speranze, i play-off sono lì, dobbiamo
solo tenerceli stretti.
Si conclude così un altro fantastico pomeriggio
di sport suggellato dalla super prova di forza della squadra. Stile, grinta,
amore per la causa che si porta avanti tutti i giorni e tanta tanta felicità,
ingredienti che la Sanpre mette in campo tutte le volte che ce n’è la
necessità, nei campi da gioco e nelle strade cittadine.
Avanti Precari, l’appuntamento è per Domenica 9
Aprile alle 16, quando incontreremo la Murialdina per cercare di stringere
sempre più forte a noi questi play-off.
Love Sport - Hate Racism - Sostieni Precario
di Alessandro Perro Perrone
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